Cronache migranti Blog di Domenica Canchano
Sono nata in Perù, vissuta 25 anni in Italia e da qualche settimana mi trovo in un paese del Nord Europa. Dal 2004 racconto storie di immigrazione e non solo. Ho ripreso la valigia per rimettermi in movimento. Oggi è toccato a me, domani saranno altri a varcare nuove frontiere. Per tutti la motivazione è una sola, non vogliamo rinunciare al sogno di una vita migliore.
Questa è una sintesi di quanto detto da Vincent Cochetel, inviato speciale dell’UNHCR per la situazione del Mediterraneo occidentale e centrale – a cui il testo citato può essere attribuito – durante il briefing alla stampa tenutosi oggi al Palazzo delle Nazioni di Ginevra. La mancanza di servizi di protezione sulle principali rotte utilizzate da… Leggi tutto
È trascorso quasi un decennio ruggente dalla più grande migrazione di persone dal Vicino Oriente, che nel corso del 2015 e 2016 abbandonavano le loro case e così, lungo il loro cammino verso i paesi dell’Unione Europea creavano le rotte attraverso la Serbia. Nel frattempo, le persone provenienti dall’Africa venivano trasportate a bordo delle navi… Leggi tutto
Viaggio nella Piana del Sele, fra i braccianti sfruttati nei campi e aiutati dagli operatori della Caritas Don Martino: con la pandemia la condizione dei lavoratori immigrati è ulteriormente peggiorata
La camera dei deputati ha approvato la delibera che autorizza e proroga le missioni militari italiane all’estero. Tra queste c’è anche quella che permette il finanziamento della cosiddetta guardia costiera libica e dei centri di detenzione.
La chiusura dei porti, le odissee della navi delle ong con a bordo le persone soccorse nel Mediterraneo, il rimpallo di responsabilità tra i governi europei: come è stato raccontato tutto questo dai media italiani? Associazione Carta di Roma ha analizzato i dati di Sabika Shah Povia C’è un’imbarcazione che si trova nel Mediterraneo da… Leggi tutto
Da qualche giorno Antonio non risponde più al telefono. La prima volta che ci siamo incontrati è stato in un centro di ascolto a Payerne. Cercava un lavoro e una casa; da giorni dormiva per strada, nelle sale d’attesa delle stazioni ferroviarie o in qualche casa per i pellegrini.
«Mi va bene un lavoro qualsiasi – diceva mentre aveva in mano il primo (e forse unico) caffé del mattino – . In Italia ho fatto un po’ di tutto ma da qualche anno ero sempre a casa. Mia moglie non lo sopportava e alla fine mi disse di emigrare. Ho più di 50 anni, e ho pensato che la Svizzera potesse essere una buona scelta. Ma sono mesi che non trovo niente. Vorrei tornare indietro ma non posso a mani vuote».
L’influenza che i mezzi di comunicazione di massa esercitano sull’attuale società è innegabile. Ma come viene trattata dai media internazionali il tema della migrazione? Ho cercato di capirlo con una prova attraverso Google news, uno degli strumenti che gli italiani (ma non solo) scelgono per informarsi.
Il documento che sognavo di avere da quasi un anno è di colore grigio. È un libretto delle dimensioni della carta d’identità italiana, niente di eccezionale, solo una data che salta subito all’occhio perché in neretto. Ed evidenzia una data da ricordare: il titolare, e cioè io, può rimanere in suolo elvetico fino all’autunno del 2021.
La nube di fumo si vedeva a diversi chilometri di distanza ed era alta fino a coprire il sole di un pomeriggio primaverile. Fino alle 15 di domenica Payerne viveva in un’oasi di tranquillità. Dopo erano fiamme e paura. In un paesello di circa 9 mila abitanti vedere un via vai di persone allarmate e impaurite per le strade ti disorienta e commuove.
Non posso fare a meno di pensare ai figli di immigrati in Italia, mentre leggo i titoli dei giornali dopo la vittoria del sì nel referendum costituzionale sulla cittadinanza agli immigrati. Ebbene, qui in Svizzera qualcosa è cambiato da domenica 12 febbrario. E riguarda i nipoti di quanti immigrarono nel paese elvetico.
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