L’annuncio su un sito online titolava: «Cerco qualcuno che mi aiuti il venerdì». La curiosità e la necessità di impegnarmi in qualcosa di utile mi ha fatto rispondere positivamente a quella richiesta.
Senza titubanze, una certa Nicole mi illustra in una lunga mail tutti i dettagli della sua inserzione: «Si tratta di fare la lavatrice e stirare i miei capi. Io e mio marito lavoriamo e quindi non ce ne possiamo occupare. L’idea era quella di farle portare anche suo figlio, per prendersene cura a casa mia. Ho un computer, una stampante e dei giochi. E nel frattempo lei si può occupare dei miei capi». La proposta non era male: quattro ore per buttare dentro la lavatrice pantaloni, magliette, calzini e poi stirarli.
Ma c’era un problema: io non ho figli. «La mia proposta fa un buco nell’acqua, ma cosa ne pensa se mio marito fa la prima lavatrice e lei poi arriva a fare le altre: devo farne almeno tre, più l’asciugatrice. Ci sono autobus che partono ogni mezz’ora da qui, e lei può andare via a mezzogiorno. Per il suo disturbo le posso dare 60 euro, non è molto ma non posso darle altro».
Nel Paese del gallo fare la lavatrice è considerato un vero e proprio lavoro che può portar via un’intera giornata.
In Italia non avevo mai letto un annuncio nel quale si proponeva di andare a casa di qualcuno per fare solo la lavatrice. Nel Paese del gallo, bisogna dire che quello della lavatrice è veramente da considerare un lavoro e in media può impiegare mezza giornata di tempo. In città sono pochi coloro che hanno la lavatrice nel proprio appartamento, per questo è necessario fare i turni affinché ognuno possa usufruire delle macchine condominiali – lavatrice e asciugatrice – per un’intera giornata. Ma c’è anche chi non trova il tempo per farlo: portare nel seminterrato metà armadio (il carico è ogni quindici giorni in alcuni casi), caricarsi i detersivi, aspettare che finisca, introdurre altri soldi nel caso in cui il tempo non fosse sufficiente a finire il lavaggio, ritirare i capi, metterli nell’asciugatrice, e così fino alla stiratura. Ed è per questo che alcune famiglie chiedono aiuto.
Sembrerebbe un’occupazione senza bisogno di professionalità. E invece no. «Mi dispiace, ma ho davvero bisogno di qualcuno che parli bene la lingua locale e conosca il funzionamento delle macchine. Ci sono molte cose complicate da far funzionare. Ho provato con qualcuno che non parlava la lingua ed è stato un disastro. Mi dispiace molto». E così, per colpa della lingua, svanisce la possibilità di vestire i panni dell’”aiuto lavatrice”. Ma nel Paese del gallo di lavori così se ne trovano spesso sui siti di annunci.
Anche questo ha catturato la mia attenzione: «Cerco una compagna per le vacanze». In questo caso cercavano una babysitter da portare in barca per una settimana, dove si sarebbe occupata di due bambini. Il compenso era allettante: grosso modo come lo stipendio di qualche operaio italiano: mille euro. Incluso vito e alloggio. Ho risposto dando la mia disponibilità. «Sono dispiaciuta – mi risponde dopo qualche ora – Oggi ho ricevuto tanti messaggi e ho già scelto la persona che porterò con me in vacanza. Grazie».
Qui il tempo vale oro, gli annunci devono essere visionati ad ogni momento. E nel Paese del gallo con l’oro non si scherza.
Domenica Canchano
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