Mentre in Italia le seconde generazioni scendono in piazza, in Svizzera si semplifica l’iter per l’ottenimento della cittadinanza. Quanto ancora dovrà aspettare la riforma italiana, ferma al Senato?
Non posso fare a meno di pensare ai figli di immigrati in Italia, mentre leggo i titoli dei giornali dopo la vittoria del sì nel referendum costituzionale sulla cittadinanza agli immigrati. Ebbene, qui in Svizzera qualcosa è cambiato da domenica 12 febbrario. E riguarda i nipoti di quanti immigrarono nel paese elvetico.
Il Paese riconoscerà quella generazione, semplificando la procedura per l’ottenimento della cittadinanza, se decideranno di fare richiesta del passaporto rossocrociato. Le terze generazioni sono circa 25 mila.
Forse questo provvedimento potrà sembravi poca cosa, se si pensa che a beneficiarne saranno solo le terze generazioni, ma è un risultato storico per la Svizzera, un’ottima apertura – dopo quattro tentativi falliti – verso iniziative future. E anche se la nazionalità svizzera non sarà concessa automaticamente, il Paese comincia a riconoscere i suoi nipoti. Ma si tratta anche di un riconoscimento per i suoi genitori, tre generazioni di immigrati che hanno contribuito allo sviluppo del paese.
Questo accade in Italia? Non ancora, e mi domando perché. Perché la legge sulla cittadinanza è ancora ferma da sedici mesi in Senato? Perché chi nasce in Italia viene ancora considerato straniero?Perché un milione di italiani, anche se nati in Italia, non possono avere automaticamente il passaporto italiano?
Io l’ho ottenuta dopo 25 anni. Troppi. A che è servito farmi attendere tanto tempo? L’italianità forse si misura solo con gli anni?
Di certo non vorrei vedere i miei figli attendere decenni. E tantomeno vorrei vederli rifiutati a un concorso pubblico, a un esame per diventare professionista, oppure nelle difficoltà per fare una semplice gita all’estero, o nel non andare alle urne. Ovunque esso accada.
E tu?