Si è da poco conclusa a Roma la decima edizione del Festival Sabir, nato nel 2014 ad un anno dalla strage di Lampedusa del 3 ottobre 2013, e promosso da ARCI insieme a Caritas Italiana, ACLI e CGIL, con la collaborazione di ASGI, Carta di Roma, UCCA, ARCS, A Buon Diritto, UNIRE e Altreconomia. “Mare… Leggi tutto
All’alba del 3 ottobre 2013, un vecchio peschereccio con oltre 500 persone bordo naufraga a ridosso dell’isola di Lampedusa. Vengono recuperati 368 corpi di persone di nazionalità eritrea. Per la prima volta, i corpi dei naufraghi sono visibili al mondo intero.
A Lampedusa, nel giorno successivo alla visita della Presidente della Commissione europea Ursula Vor de Leyen e della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ci si chiede in che cosa si concretizzerà l’impegno dell’Europa per risolvere l’“emergenza” arrivi. Da giorni l’agenda della politica – e dei media – è concentrata sull’allarme “invasione”, e sulla straordinarietà dei numeri degli arrivi via mare.
A Lampedusa c’è la tomba di una giovane donna di nome Ester. Aveva 18 anni e veniva dalla Nigeria. Era incinta ed è morta di stenti su un barcone carico di migranti rimasto in balia delle onde per giorni
E’ da tempo che vorrei comunicare un mio disagio profondo, ma non vorrei creare polemica. Non citerò psicologi, sociologi, filosofi o antropologi, ma solo vorrei semplicemente esprimere quello che io sento, che magari altri avvertono, ma non hanno il coraggio di raccontare, né voce sui media.
Giunti alla undicesima edizione del Premio Roberto Morrione, constatiamo quanto sia cruciale sostenere un giornalismo di qualità, che vede protagonisti i giovani under 30.
L’omicidio di Civitanova e l’allarme sul presunta gestione dei flussi dalla Libia dei mercenari filorussi
Radio Rai ha spostato parte della redazione in Ucraina. Il direttore, Andrea Vianello, ha deciso di raccontare il conflitto da dove il conflitto si consuma.
Qual è la situazione delle persone che vivono in Afghanistan? Cosa accade nel Paese e quali sono le prospettive? L’articolo di Alidad Shiri per Associazione Carta di Roma in collaborazione con UNHCR
Nel 2016 Filippo Facci veniva sospeso per due mesi dall’Ordine dei Giornalisti per violazione dei principi deontologici della Carta di Roma. Il 15 settembre 2021 è il Tribunale di Milano a condannare Facci per diffamazione e con l’aggravante dell’odio razziale nei confronti della minoranza rom e sinta.
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