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Coral Project, strumenti per la comunità online

Una piattaforma firmata Mozilla, New York Times e Washington Post per migliorare la relazione e la comunicazione tra giornalisti e lettori online

Il nome richiama la barriera corallina, intesa come barriera naturale che fornisce protezione per gli organismi affinché possano connettersi ed evolversi. Trasferito online è inteso come un modo per incentivare la comunità online ad evolversi accrescendo conoscenze e competenze.

Attualmente sono quattro i prodotti che Coral Project sta elaborando:

Il progetto nasce dalla collaborazione tra Mozilla Foundation, New York Times e Washington Post e per realizzarlo sono state intervistate più di 300 persone in 150 redazioni in 30 paesi. L’obiettivo è fornire gli strumenti per dialogare costruttivamente e in sicurezza online. Tre dei prodotti sopra indicati sono in fase beta e di sviluppo, ma comunque consultabili.

Per il quarto, le guide, il discorso è diverso, si tratta di un insieme di articoli, idee e spunti utili per utilizzare al meglio il web e le sue potenzialità. Tra i differenti articoli può essere interessante partire da “What do frequent commenters want”, la domanda alla quale tutti gli editori e giornalisti vorrebbero una risposta.

“What Do Frequent Commenters Want?”

Tradotto “Cosa vogliono i commentatori abituali?”, è una guida di Eric French, User Experience Researcher. French ha coinvolto un ristretto campione di persone, 15, per capire come commentassero siti quali New York Times, New York Magazine, NPR, Providence Journal, La Nación, El País, Salon.com, Gothamist, Yahoo News, Wall Street Journal, Discover Magazine, Jezebel, The Huffington Post.

Del complesso discorso derivante è interessante rilevare come, gli intervistati, abbiano annoverato tra le motivazioni per le quali lasciano dei commenti la diversità, la reciprocità e il rispetto. Evidenzia French: «la maggior parte di loro ha detto di aver lasciato commenti perché volevano confrontarsi con persone provenienti da diversi gruppi e quindi con differenti punti di vista rispetto al loro. Per quanto riguarda reciprocità e rispetto, è da sottolineare come il disaccordo non sia fonte di conflitto nella sezione commenti, ma lo sia invece il non rispetto».

Si è verificato, tra l’altro, come sia più facile iniziare una discussione su Facebook «alcuni degli intervistati hanno detto di preferirlo perché possono controllare meglio la conversazione sulla propria bacheca. E possono scegliere se renderla pubblica o privata» ribadisce French.

Un confronto basato sul rispetto che non lasci spazio all’azione dei troll, ovvero chi commenta con l’obiettivo di disturbare la comunicazione e fomentare gli animi, sembra essere alla base di una conversazione costruttiva nei commenti. Approccio essenziale quando si tratta di moderare i commenti in un articolo, in una pagina Facebook o dovunque lo strumento online lo consenta.

Per leggere l’articolo integrale di Eric French clicca qui

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