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DIG Awards, torna a giugno il concorso di giornalismo d’inchiesta. Quest’anno anche con il Premio Carta di Roma

Dal 23 al 25 giugno a Riccione si terrà la terza edizione dei DIG Awards, festival internazionale dedicato al giornalismo d’inchiesta. Un menzione speciale sarà assegnata al lavoro sul tema dell’immigrazione che saprà distinguersi per originalità e accuratezza

Tornano i DIG Awards, premi internazionali dedicati al giornalismo d’inchiesta video che saranno assegnati a Riccione durante il prossimo DIG Festival, in programma dal 23 al 25 giugno 2017. Ad animare la città non solo le proclamazioni dei vincitori, ma la proiezione delle inchieste finaliste, così come numerosi appuntamenti di formazione continua rivolti ai giornalisti, mostre e dibattiti pubblici.

Sono sei le sezioni del concorso: per partecipare è necessario iscriversi entro il 21 febbraio 2017, a esclusione di DIG Pitch (categoria dedicata ai progetti in fase di sviluppo) per il quale le iscrizioni scadono il 21 marzo 2017 (per ulteriori informazioni clicca qui).

Quest’anno DIG Award e Associazione Carta di Roma introducono, inoltre, il Premio Carta di Roma – Carta di Roma Award, menzione che sarà assegnata al package che meglio saprà raccontare una storia di migrazioni e/o minoranze, da un’angolazione originale, applicando le indicazioni della Carta di Roma, protocollo deontologico relativo a migranti, richiedenti asilo, rifugiati e vittime della tratta.

 

 

Inchiesta e innovazione

Dalle inchieste digitali alle esperienze più interessanti di “hacking journalism”, capaci di portare alla luce notizie e scandali di portata internazionale attraverso sofisticati strumenti informatici. Questa edizione dei DIG Awards si soffermerà sul modalità attraverso le quali  la tecnologia possa combinarsi col giornalismo investigativo.

La scelta del nuovo presidente di giuria dei DIG Awards conferma la volontà di approfondire questi aspetti: sarà Jeremy Scahill, reporter che fa del giornalismo investigativo uno strumento di salvaguardia democratica. Dalle sue indagini sulla Blackwater e sugli altri contractor statunitense sono scaturite diverse inchieste del Congresso degli Stati Uniti. Insieme a lui in giuria vi saranno: Alexandre Brachet (Upian), Riccardo Chiattelli (laeffe), Pino Corrias (Rai),  Corrado Formigli (La7), John Goetz (NDR, Süddeutsche Zeitung), Nils Hanson (SVT), Marco Nasiera (Arte), Alberto Nerazzini (giornalista freelance) Maggie O’Kane (Guardian), Andrea Scrosati (Sky Italia), Margo Smit (NOS), Morten Møller Warmedal (NRK).

Il Premio Carta di Roma – Carta di Roma Award

“Svolgiamo ogni giorno attività di monitoraggio per rilevare e segnalare le cattive pratiche, ma allo stesso tempo è indispensabile incentivare le buone prassi – commenta Giovanni Maria Bellu, presidente dell’Associazione Carta di Roma – Questa menzione vuole essere un passo in questa direzione e valorizzare il lavoro di chi già oggi sperimenta una narrativa capace di fornire ai cittadini gli strumenti necessari a comprendere, almeno in parte, un fenomeno tanto complesso”.

Promuovere una rappresentazione dell’immigrazione accurata, bilanciata e in grado di andare oltre la narrativa emergenziale è, infatti, l’obiettivo del Premio Carta di Roma – Carta di Roma Award.

La menzione sarà assegnata, tra i lavori italiani proposti ai DIG Awards, da tre giurati: Giovanni Maria Bellu (giornalista e presidente dell’Associazione Carta di Roma, autore de “I fantasmi di Portopalo”), Pietro Suber (giornalista e vice-presidente di Carta di Roma, Tg5) e Davide Fonda (giornalista indipendente e produttore presso Dersu srl, membro del board di DIG).

Agli autori del lavoro selezionato, come ulteriore stimolo, sarà assegnata oltre alla menzione la cifra di mille euro.

“Per comprendere davvero il fenomeno delle migrazioni, liberandosi da pregiudizi pericolosi, il giornalismo d’inchiesta è fondamentale” afferma Sara Paci di DIG, l’associazione che organizza i DIG Awards. “La nuova menzione è un incoraggiamento ad affrontare un tema così centrale nel nostro tempo senza fermarsi a banali verità di superficie, ma con quell’amore per l’approfondimento che è un tratto distintivo del miglior giornalismo d’inchiesta”.

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