Un comunicato stampa ufficiale sul sito di Frontex il 13 ottobre scorso dirama nuovi dati sul numero di migranti arrivati via mare e via terra in Europa dagli inizi di gennai 2015.
«Nei primi nove mesi di quest’anno il numero di migranti che hanno oltrepassato i confini dell’Europa sono 710 mila» e questo rappresenta un «flusso di persone senza precedenti» soprattutto se paragonato al dato di 282 mila persone entrate nell’anno precedente. La comunicazione dei dati annunciati da Frontex prosegue sui social con un tweet:
I dati forniti da Frontex non solo sono in forte crescita rispetto all’anno prima ma sono soprattutto significativamente più alti rispetto alle cifre pubblicate da Unhcr e Oim e riferite allo stesso periodo di tempo: 590.425 per Oim e 588.247 per Unhcr, contro i 710.000 di Frontex.
I dati balzano agli occhi di Nando Sigona, ricercatore all’Università di Birmingham e direttore dell’Istituto Superdiversity, che interviene su Twitter chiedendo spiegazioni e ipotizzando un doppio conteggio soprattutto tra le frontiere greche e quelle ungheresi e croate: «Le persone che arrivano in Grecia vengono contate da Frontex, come primo attraversamento delle frontiere esterne dell’Ue. Le stesse persone, tuttavia, poi possono lasciare l’Ue attraverso paesi come l’ Albania, la Macedonia e la Serbia, rientrando nei confini UE attraverso l’Ungheria o la Croazia, al fine di raggiungere la loro destinazione preferita, ad esempio la Germania».
Sollecitata dal ricercatore Frontex è costretta ad ammettere di aver contato gli ingressi due volte: prima alla frontiera greca, poi all’arrivo in Ungheria o in Croazia.
Non è la prima volta d’altronde che l’agenzia europea si rende complice dei peggiori allarmismi. Già il 7 marzo di quest’anno ci aveva pensato direttamente l’allora neo direttore di Frontex – Fabrice Leggeri – a comunicare che sulle coste libiche erano pronti a partire 1 milione di persone verso l’Europa e verso l’Italia in primis. L’annuncio era stato ovviamente ripreso da tutti i maggiori quotidiani nazionali con enfasi e toni più o meno calcati ma che non lasciavano dubbi sull’attendibilità degli stessi.
Solo poche testate (Manifesto e Corriere della Sera) chiesero dalle colonne dei quotidiani di fornire qualche prova ulteriore delle citate “fonti interne” all’agenzia. Gli interrogativi li sollevò giustamente Giuseppe Sarcina sul Corriere della Sera che si domandava come su una popolazione stimata di 6 milioni di abitanti come quella della Libia ben 1 milione sarebbe sostato sulle coste in attesa di imbarcarsi.
Oggi come allora l’agenzia fa seguire alla diffusione dei dati richieste di aumento di fondi e di risorse. Nell’ultima comunicazione sui dati dei primi 9 mesi del 2015 il direttore ha reclamato un numero maggiore di guardie di frontiera «sperando di ricevere adeguati contributi che mostrino il vero spirito di solidarietà europeo».
«Sono sorpreso di come Frontex possa comunicare dati così delicati a cuor leggero, considerando l’impatto che i numeri hanno sulle paure dell’opinione pubblica e sul dibattito politico», afferma Nando Sigona.
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