Pubblicata la seconda Mappa dell’intolleranza. Tra i target più comuni oltre alle donne, comunità lgbt e migranti
Su un campione di 2,6 milioni di tweet il 15,8% (412.716) contiene parole d’odio. Target preferito sono le donne, alle quali è rivolto il 63% dei contenuti offensivi. Seguono la comunità lgbt (10,8% dei tweet negativi), i migranti (10%), i musulmani (6,6%), i disabili (6,4%) e infine gli ebrei (6,2%). A tracciare questo quadro la seconda Mappa dell’intolleranza di Vox, l’Osservatorio italiano sui diritti, realizzata in collaborazione con tre atenei italiani le università di Milano, Bari e Sapienza analizzando tra agosto 2015 e febbraio 2016 commenti contenti 76 termini sensibili riferiti alle categorie più soggette a discriminazione.
Tre gli episodi che hanno pesato particolarmente negli ultimi mesi, scatenando l’odio online: l’esibizione di Valerio Scanu al Festival di Sanremo 2016 con un microfono «arcobaleno», per sostenere le unioni civili; il vertice dell’Unione europea per salvare Schengen di gennaio; la dichiarazione del Papa, sempre a gennaio, in cui afferma che «ebrei e cristiani» sono «un’unica famiglia».
La mappa dell’intolleranza
«La Mappa dimostra ancora una volta l’esistenza radicata nel nostro Paese e nelle nostre città di una resistenza “sociale” alla tolleranza e all’accettazione del diverso – ha dichiarato in occasione della presentazione Marilisa D’Amico, costituzionalista e co-fondatrice di Vox – Le parole d’odio che abbiamo mappato sono veicolo di discriminazioni e stereotipi che ostacolano l’eguaglianza effettiva, come sancita dalla nostra Costituzione. Per questo, i risultati della Mappa dovrebbero rappresentare un segnale chiaro per la politica e per le istituzioni: i diritti non si garantiscono solo sulla carta, ma è necessario agire sul contesto culturale con azioni concrete e di prevenzione».
A Roma e Milano primato di tweet offensivi
Rispetto alla media delle città italiane colpiscono, inoltre, i casi di Bologna, Udine e Palermo, dove si concentra un elevato numero di messaggi d’odio rispettivamente omofobi, contro le donne e i disabili.