Di Roy Greenslade per The Guardian (articolo originale qui)
Traduzione a cura di Associazione Carta di Roma
Devo lodare l’analisi formidabile di una collega precedentemente al Sunday Times, Liz Gerard, “La stampa e l’immigrazione: riportare la notizia o soffiare sul fuoco dell’odio?”. Quasi 3.500 parole per una lettura che fa sentire a disagio. Ma i giornalisti dovrebbero fare questo sforzo, perché offre un quadro concreto di resoconti e e rappresentazioni sbagliate su scala industriale.
Guardando indietro alla copertura dell’immigrazione dalle elezioni generali di maggio 2010, è stata in grafo di svelare un inquietante schema di articoli pienamente negativi su rifugiati e richiedenti asilo nel Regno Unito. Gerard scrive: “Il Sun e lo Star vedono giocatori di calcio e le celebrità dei reality show come articoli che si vendono meglio, ma son generalmente ostili all’immigrazione. Il Telegraph non è neppure lontanamente febbrile come questi tabloid, ma ne condivide l’aspetto. Il Guardian, io e l’Indipendente siamo normalmente ematici, mentre il Times cerca di stare nel mezzo “. Per quanto riguarda il Daily Mirror, “è l’unico giornale che è ha evitato le copertine sull’immigrazione”.
Riconoscendo che “c’è un intero coro di opinioni secondo cui è necessario che accada qualcosa affinché si fermi questa pericolosa flebo di titoli negativi”, Gerard chiede: cosa deve essere fatto?
Il suo primo contatto è stato con l’Independent Press Standards Organisation (Ipso), solo per scoprire che evita di essere coinvolta in ciò che può essere definita una segnalazione “generale”.
Per quanto riguarda l’organizzazione alternativa, Impress, che deve ancora completare il suo codice di condotta, l’addetto alle segnalazioni “era speranzoso che il prodotto finale fosse forte abbastanza da contrastare questo ‘effetto flebo'”. Ma è trapelato che Impress, come Ipso, è diffidente verso le segnalazioni “basate su una raccolta di articoli”.
Lasciatemi finire con uno degli esempi usati da Gerard, che illustra come l’Express, nella sua disperata volontà di pubblicare materiale contro l’immigrazione, abbia felicemente rigurgitato storie “nuove”.
Il 23 novembre 2010 riportava “Una mansione zingara costruita con i benefit”, accompagnato da una pagina doppia all’interno con due foto della casa in questione.
Il 30 marzo 2016 l’Express pubblicava “Paghi per i palazzi dei rom”, ancora una volta con una doppia all’interno con due foto. Gerard scrive: “La casa e l’aspetto dei suoi interni non sembrano familiari?”. Sicuramente sì. Il ricorso alla storia una seconda volta è stato senza dubbio indotto da una pagina del Sun del giorno precedente (“Dun Roma-ing”). Dopo tutto, una delle deprimenti caratteristiche delle storie contro i migranti è che i quotidiani hanno l’abitudine di ripeterle all’infinito.
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