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La Lego toglie la sua pubblicità dalle testate inglesi che diffondono odio

Si chiama Stop funding hate la campagna lanciata via social e su change.org per chiedere alle aziende di non pubblicizzarsi sulle realtà editoriali nel Regno Unito che promuovono e diffondono discorsi d’odio

Troncando il rapporto professionale che la legava al Daily Mail, la Lego è stata la prima grande azienda ad appoggiare concretamente la campagna Stop Funding Hate, schierandosi dalla parte di chi contrasta articoli e contenuti d’odio. La multinazionale produttrice di giocattoli danese ha deciso di non investire più le sue risorse nei news media promotori di hate speech e, pochi giorni fa, ha comunicato la scelta fatta ai clienti:

Secondo quanto riportato dal The Indipendent, inoltre, il portavoce della Lego Roar Rude Trangbaek avrebbe aggiunto:

Siamo onorati di vedere come i nostri clienti nel mondo siano attenti alla nostra compagnia e al nostro marchio. L’accordo con il Daily Mail è terminato e non abbiamo nei piani di continuare alcuna attività promozionale con il giornale nel prossimo futuro.

La campagna Stop Funding Hate

Stop Funding Hate ha per obiettivo il contrasto alla cultura dell’odio “che avvelena i nostri discorsi politici” e chiede alle aziende di non investire in Daily Mail, Sun e Express, media che nel Regno Unito si fanno megafono di discorsi incendiari e hate speech.

L’iniziativa è nata dal dibattito sviluppato da una folta comunità online, preoccupata dall’impennata dei discorsi d’odio nei mesi che hanno preceduto il referendum che ha determinato la Brexit. Nell’arco di pochi giorni Stop funding hate ha raggiunto oltre 40.000 firmatari, i quali chiedono che Virgin Media ritiri la sua pubblicità dal Sun.

Il successo della campagna è un segnale di crescita della consapevolezza relativa al fenomeno dei discorsi d’odio nei news media del Regno Unito, sul quale anche la Commissione per i diritti umani dell’Onu si era espressa: «il violento attacco verbale verso i rifugiati e i richiedenti asilo nella stampa britannica, faccia seguito a decenni di ripetute e incontrollate azioni contro gli stranieri, tendenti a diffondere informazioni errate e distorte».

Il Daily Mail è, insieme a Sun e Express, uno dei tabloid verso i quali è indirizzata la campagna Stop Funding Hate.

Le petizioni lanciate su change.org sono diventate immediatamente virali, come rileva la BBC in sole due settimane la pagina Facebook della campagna ha raccolto 70mila sostenitori, mentre il video che ribadisce l’appello è stato condiviso oltre 140mila volte in 10 giorni.

Con l’avvicinarsi del Natale #StopFundingHate ha deciso di diffondere un nuovo messaggio, questa volta rivolgendosi ai consumatori: ben vengano i regali e gli addobbi, ma “una volta che le decorazioni sono state tolte dagli alberi, ogni cosa cambia, e milioni di sterline che abbiamo speso a natale a John Lewis, Sainsbury’s, Waitrose and M&S, sono usate per comprare pubblicità su giornali che diffondono un messaggio secondo il quale alcuni di noi sono diversi, sono un problema, un peso, una minaccia”.

Pubblicità e acquisti responsabili, quindi, per contrastare l’odio.


 

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