“La vita agrodolce della Raggi. Patata bollente”. Libero
“Oca del Campidoglio”. Libero
“La marchesa del Grillo fatta a pezzi dalle correnti”. Il Fatto Quotidiano/ Libero
“La bambolina e il vertice farsa”. Il Foglio
“È riuscita a rovinarci pure il natale” Libero
“Hanno perso la Virginità” il Tempo
“Mutande verdi di Virginia” Libero
“La politica imbruttisce chi la fa come la Raggi” Libero
“La Raggi e Roma imbruttite insieme” Libero
“La Raggi s’incolla alla poltrona” Libero
Circola sul web un elenco di titoli di giornale che, secondo chi pubblica e posta, sarebbero la prova dell’accanimento della stampa contro la sindaca di Roma Virginia Raggi e, dunque, la giustificazione alle parole violente del vicepresidente del consiglio Di Maio e di Alessandro di Battista.
Fatta una rapida verifica risulta che su 10 titoli, 8 sono pubblicati su Libero (di cui uno identico é uscito anche sul Fatto Quotidiano), uno dal Tempo e uno da il Foglio.
Dunque gli insulti puttana, infimo sciacallo, pennivendolo pronunciati dai suddetti verso tutta la categoria dei giornalisti, sono motivati essenzialmente da titoli del quotidiano Libero.
Facciamo sommessamente notare che contro il linguaggio di odio che viene espresso prevalentemente nei titoli di quella testata, l’Associazione Carta di Roma si batte da anni nelle sedi appropriate, ovvero presentando esposti al consiglio di disciplina dell’ordine dei giornalisti e, ove ve ne siano gli estremi, presso la Procura della Repubblica.
Gli strumenti per denunciare la violenza di alcuni titoli di giornale, sono gli strumenti propri di una democrazia, sanciti prima di tutto dalla Carta Costituzionale. Il turpiloquio, la violenza verbale, gli insulti generalizzati verso una intera categoria sono invece gli strumenti propri di chi disprezza la stessa esistenza di regole democratiche e che fa dell’odio che afferma di voler combattere, una vera e propria strategia politica.
Valerio Cataldi, presidente Associazione Carta di Roma
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