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“Persone private della libertà”: l’assenza del fuori

Come informare sulle realtà dei Centri di Permanenza e rimpatrio e delle carceri, se n’è parlato oggi 11 dicembre al corso di formazione Usigrai a Roma “Persone private della libertà”.

Daniela De Robert, Ufficio garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, spiega: “Siamo al 64esimo suicidio del 2023, 85 nel 2022, i due picchi di suicidi sono tra le persone appena entrate in carcere, l’ultimo è dell’8 dicembre. L’altro picco significativo è quando finisce la pena, anche qui come dire il marchio del carcere è troppo forte.

Colpisce il dato circa la presenza di circa 3500 persone con pene fino a 2 anni, persone che spesso sono in una situazione di povertà, non solo economica, anche abitativa e di istruzione. È un dato che ci dà la misura del dentro e dell’assenza del fuori”.

Elena Adamoli, Ufficio Garante nazionale: “A fronte della visibilità degli arrivi, manca la materialità dei rimpatri forzati, considerando che ogni giorno si verificano rimpatri forzati.

Qual è il ruolo dell’aviazione civile nei rimpatri forzati? Lo studio di un sociologo canadese conferma ciò che il Garante ha osservato, grande concitazione nella fase di partenza e una sorta di rassegnazione e di inerzia una volta a bordo”.

Paola Barretta, portavoce associazione Carta di Roma: “Rimpatri forzati, corridoi umanitari, le condizioni nei CPR (centri di permanenza per i rimpatri ) restano ai margini dell’informazione mainstream, incentrata nel 2023 su flussi migratori, arrivi via mare e dibattito politico. Sono stati 29 i servizi nei Tg, tutti con al centro la questione politica”.

Con Daniele Macheda, segretario Usigrai; Mauro Palma, presidente del Garante nazionale delle persone private della libertà personale; Massimiliano Bagaglini, ufficio Garante Nazionale; Angela Caponnetto, inviata Rai;

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