Su Ipsos
Il 20 giugno è la Giornata Mondiale del Rifugiato 2022 e, in questa occasione, il sondaggio internazionale di Ipsos -condotto in 28 Paesi, tra cui l’Italia- ha indagato le opinioni e le percezioni dei cittadini nei confronti dei rifugiati.
In media, il 78% degli intervistati è d’accordo sul fatto che le persone debbano potersi rifugiare in altri Paesi, compreso il proprio, per sfuggire a guerre o persecuzioni ed è soltanto il 16% ad essere in disaccordo. Anche l’Italia è tra i Paesi che esprime il maggiore grado d’accordo, con l’80% dei giudizi favorevoli.
Rispetto all’anno scorso, gli atteggiamenti sono diventati più favorevoli nella maggior parte dei Paesi intervistati, suggerendo che la crisi in Ucraina abbia aumentato l’apertura dell’opinione pubblica nei confronti dei rifugiati e annullato alcune delle preoccupazioni generate dalla pandemia.
Ogni anno il 20 giugno si celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato, l’appuntamento sancito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione di milioni di rifugiati, richiedenti asilo e sfollati nel mondo che, costretti a fuggire da guerre e persecuzioni, lasciano i propri affetti, la propria casa e tutto ciò che un tempo era la loro vita per cercare salvezza altrove.
Quest’anno, l’UNHCR -l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati- rivela che attualmente nel mondo ci sono oltre 100 milioni di persone sfollate, soprattutto come conseguenza della crisi ucraina.
In questo contesto, dal sondaggio d’opinione Ipsos emerge come gli italiani si mostrino favorevoli all’ingresso nel proprio Paese del maggior numero di persone in cerca di asilo per sfuggire a guerre/conflitti violenti (66%) oppure disastri naturali/effetti del cambiamento climatico (54%).
L’Italia registra un atteggiamento nei confronti dei rifugiati meno scettico rispetto ad altri Paesi oggetto dell’indagine Ipsos. Infatti, è del 44% (-10% rispetto alla media internazionale) la percentuale di chi concorda sul fatto che la maggior parte degli stranieri arrivi per motivi economici o per usufruire dei servizi sociali.
In generale, è oltre la metà degli italiani (60%) ad essere in disaccordo con la chiusura totale delle frontiere ai rifugiati. Inoltre, il 59% dei nostri concittadini crede che i rifugiati ospitati si integrino con successo nella nuova società e il 49% ritiene che possano offrire un contributo positivo al Paese.
Gli atteggiamenti più favorevoli nei confronti dei rifugiati sono stati accompagnati da azioni concrete di sostegno. Un buon attivismo si registra anche nel nostro Paese, con quasi un italiano su due (46%) che dichiara di aver intrapreso azioni a sostegno dei rifugiati. Per oltre la metà (55%) le azioni intraprese sono state motivate dalla situazione in Ucraina. Un quarto (25%) afferma di aver espresso sostegno ai rifugiati per la prima volta e oltre un quarto (27%) dichiara di sostenere regolarmente i rifugiati.
In generale, nonostante l’aumento del sostegno ai rifugiati, le opinioni degli intervistati appaiono discordanti sull’opportunità che i Governi forniscano un maggiore supporto. In Italia, il 30% ritiene che il proprio Governo dovrebbe accettare un numero di rifugiati inferiore a quello attuale, il 43% pensa che stia ospitando il numero giusto e soltanto un italiano su tre (13%) vorrebbe che ospitasse un numero più alto di rifugiati.
Inoltre, il 46% degli italiani chiede al Governo di mantenere invariati gli attuali livelli di spesa per il sostegno ai rifugiati nel mondo, al contrario, il 29% pensa che dovrebbe diminuirli e, anche in questo caso, solo uno su sei (13%) pensa che la spesa dovrebbe essere aumentata.
A livello internazionale, un terzo pensa che il proprio Paese sia tra i principali Paesi ospitanti del maggior numero di rifugiati al mondo, ma il più delle volte si tratta di una percezione errata e un numero crescente di intervistati sopravvaluta il contributo del proprio Paese nell’accoglienza dei rifugiati. Ad esempio, soltanto un intervistato su sette è a conoscenza del fatto che la Turchia -che in realtà ospita il maggior numero di rifugiati- è tra i primi tre Paesi.
Nel nostro Paese, il 15% degli intervistati ritiene che l’Italia rientri tra i primi tre Paesi ospitanti del maggior numero di rifugiati al mondo, invece, nella realtà dei fatti si posiziona al 35° posto.
La maggioranza degli intervistati (54%), a livello internazionale è favorevole ad accogliere un maggior numero di profughi ucraini, ma il sostegno all’accettazione di rifugiati da altri Paesi è più basso. Ciò suggerisce che, sebbene la guerra in Ucraina possa aver ammorbidito l’atteggiamento nei confronti dei rifugiati, questo non è incondizionato e altre questioni potrebbero influenzare le opinioni nei confronti dei rifugiati provenienti da altri Paesi.
Anche in Italia, il 54% è favorevole all’accoglienza dei profughi provenienti dall’Ucraina, invece, per i rifugiati provenienti da altri Paesi –Afghanistan, Birmania, Sudan del Sud, Siria, Venezuela– le percentuali si abbassano intorno al 30%. Al contempo, il 39% degli italiani è favorevole all’accoglienza dei rifugiati indipendentemente dal luogo di provenienza.
È ampiamente riconosciuto che il sostegno ai rifugiati sia una responsabilità internazionale, ma c’è disaccordo su quali siano i principali Paesi responsabili. In Italia è maggiormente diffusa l’opinione che debbano essere i Paesi più ricchi ad assumersi una responsabilità più alta nell’aiutare e sostenere i rifugiati (41%) e il 33% ritiene che, invece, debba essere compito di tutti i Paesi. Il 9% pensa che i Paesi della stessa regione dovrebbero avere una responsabilità maggiore e, infine, soltanto una piccola minoranza (5%) ritiene che la questione dei rifugiati non sia una responsabilità degli altri Paesi.
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