4 minuti di contatto visivo, ininterrotto, è quanto basta per creare empatia e intimità con un’altra persona. “4 minutes experiment” è il nome del progetto video lanciato da Amnesty International Poland per provare ad abbattere le barriere tra i rifugiati e gli europei.
Il progetto è partito nella primavera 2016 ed è stato realizzato per la prima volta in Germania e nell’estate scorsa è approdato anche in Italia dove l’idea è stata ripresa dai volontari del servizio civile di Acli Modena e altre associazioni modenesi. Partendo dalla teoria dei 4 minuti dello psicologo Arthur Aron del 1997 Amnesty ha messo gli uni di fronte agli altri rifugiati dalla Siria e dalla Somalia a persone che provenivano dal Belgio, dall’Italia, dalla Germania, dalla Polonia e dal Regno Unito, il risultato è stato sorprendente, denso di emozioni.
Secondo Draginja Nadażdin direttrice di Amnesty International Polonia, con questo progetto «abbiamo messo le une di fronte alle altre persone di diversi continenti che letteralmente non si erano mai guardate negli occhi». Guardarsi, non veniva chiesto altro ai partecipanti del video, tuttavia, fermarsi a osservare le persone oltre i numeri della cosiddetta crisi dei rifugiati, rendeva quei minuti preziosi.
«Abbiamo deciso di condurre quest’esperimento a Berlino perché la città rappresenta, con la sua storia dalla guerra fredda al muro, il superamento delle divisioni» dice Hanna Waśko, una delle organizzatrici della campagna per l’agenzia Big Picture.
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