A cura di Cronache di ordinario razzismo
Durante la notte del 22 luglio scorso, in una sala slot in via di Torrenova, alla periferia est di Roma, un cittadino del Senegal di 42 anni ha subito una violentissima aggressione da parte di 5 giovani romani. L’uomo, addetto alla sicurezza della sala, è stato dapprima insultato con frasi razziste, e poi letteralmente scaraventato a terra, preso a calci in testa e pugni, ed infine colpito con uno sgabello, quando era oramai a terra quasi esanime, a più riprese. La vittima è stata ricoverata in ospedale per le gravi ferite riportate, con una successiva prognosi di 40 giorni.
Nessuno ha denunciato pubblicamente l’accaduto, benché gravissimo. Nessuna notizia, neppure sulla stampa locale.
Due giorni fa, la Polizia ha comunicato la chiusura delle indagini, durate alcuni mesi, che hanno condotto all’arresto dei 5 aggressori. Si tratta di quattro fratelli e di un cugino residenti nel quartiere Casilino. Tra loro anche un 19enne, unico incensurato. Gli inquirenti sono riusciti a identificarli grazie alla minuziosa analisi delle immagini delle videocamere di sorveglianza della sala slot, che li hanno ripresi in volto durante il pestaggio. Appena è stato possibile, i poliziotti hanno anche ascoltato la vittima, che ha raccontato la dinamica del diverbio, scaturito dal comportamento inopportuno di questi ultimi, che pure erano clienti abituali della sala slot.
Quello che è stato diffuso nei giorni scorsi sul web è davvero un video choc, che riprende tutto il pestaggio e mostra l’estrema violenza e la rabbia che è stata scaricata addosso all’addetto alla sicurezza, assolutamente inerme e impotente dinnanzi alla furia di 5 persone che, tra l’altro hanno potuto agire totalmente indisturbate. Pare che a far scattare tanta violenza gratuita, sia stata la semplice frase: “Non disturbate i clienti”, pronunciata dal vigilante e rivolta ai ragazzi, tutti probabilmente ubriachi. Il cittadino senegalese, in qualità di addetto alla sicurezza della sala slot, stava semplicemente svolgendo il suo lavoro: ovvero invitare alla calma quei clienti il cui stato psicofisico, evidentemente alterato dall’abuso di sostanze alcoliche, stava creando problemi agli altri avventori della sala. E per questa ragione è stato brutalmente insultato e aggredito.
Nonostante la diffusione virale del video, i servizi televisivi nei principali Tg nazionali, i media hanno mantenuto un basso profilo. Per lo più è stata diffusa la stessa identica agenzia di stampa copiata e riportata, senza alcun commento di sorta: né sull’uso spropositato della violenza, né sull’abuso razzista (sul quale molti media hanno candidamente glissato). Insomma, una notizia come tante altre finita nel tritacarne quotidiano.
Ai 5 aggressori è stato notificato l’ordine di custodia cautelare in carcere emesso dal gip presso il Tribunale di Roma, e dovranno rispondere delle pesanti accuse di tentato omicidio in concorso, aggravato dai futili motivi e con finalità di “odio razziale”. Questo potrebbe essere sufficiente già di per sé ad aprire la riflessione, ad esempio, di come ci si assuefà di fronte a tanta violenza (e forse di come non ci si scandalizzi più di tanto, visto che la vittima è un “nero”). Non siamo più capaci di provare neppure emozioni. Eppure, a guardare quel video, ne scaturiscono tante e contrastanti.
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