A cura di Asgi
Non avere nazionalità significa vivere in un limbo legale : vuol dire non avere accesso a servizi necessari per l’accesso ai diritti fondamentali o semplicemente a opportunità, dalla scuola al lavoro, dall’assistenza sanitaria all’acquisto di una casa, alla registrazione di un figlio o alla semplice apertura di un conto corrente bancario.
Lo sa Luka, che non puo’ riconoscere suo figlio, perché, come orfano nato in Ucraina, non è riconosciuto cittadino dallo stato di origine. Sarah , padre del Rwanda e madre congolese, vive oggi in Olanda ed è apolide: non riesce ad avere la documentazione necessaria dalla Repubblica Democratica del Congo dove ha vissuto fino a 16 anni e dove la legge prevede che chi, come lei, ha una doppia cittadinanza, a 18 anni deve sceglierne una. Sarah, giunta in Europa come minore straniero non accompagnato dopo l’arresto dei suoi genitori, non lo sapeva .
Sono alcune delle storie raccolte dall’European Network on Statelessness (ENS) – di cui ASGI fa parte – che ha lanciato una campagna pan-europea di promozione della protezione degli apolidi in Europa.
Oggi, 14 ottobre 2014, presso il Parlamento Europeo nell’ambito dell’iniziativa dal titolo “Proteggere le persone apolidi in Europa”,è stata consegnata la petizione ai leader europei.
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