Quello che la Carta di Roma chiede è il “giornalisticamente corretto”
Il direttore di Libero Maurizio Belpietro continua a non capire o – più probabilmente, visto che è sicuramente un tipo sveglio – a fingere di non aver capito. Oggi scrive che nei giorni scorsi il presidente dell’Associazione Carta di Roma ha chiesto che “in nome del politicamente corretto” si vieti di accostare l’islam ad atti di terrorismo.
Semplicemente non è vero. Noi non parliamo in nome del “politicamente corretto”, se non altro perché è un concetto indefinito ed evanescente che, nelle sue esasperazioni, produce a volte risultati grotteschi. Parliamo invece in nome del “giornalisticamente corretto”. Che, detto in parole povere, significa non dare notizie inesatte. E anche non tentare di coprire le proprie inesattezze attribuendo agli altri affermazioni mai fatte.
A proposito dell’ormai celebre «Bastardi islamici» con cui Libero ha dato notizia delle stragi di Parigi, abbiamo contestato i titoli che accostano l’Islam, senza specificazioni, agli autori delle stragi. Cioè l’intero islam, come se lo stragismo fosse un dogma islamico condiviso da miliardi di fedeli. Abbiamo anche fatto notare – ma questo non è nemmeno un problema di correttezza giornalistica, ma di puro buon senso – che associare a tutto l’islam questa feroce violenza rischia di essere un modo di aderire alla visione di chi promuove le guerre di religione.
Concetto, peraltro, condiviso dallo stesso Belpietro il quale, il giorno dopo, ha tenuto a chiarire di non aver voluto far intendere che tutti gli islamici sono terroristi. Ecco, evidentemente si era espresso male. Come dimostra, senza bisogno d’altro, il solo fatto che, quattro giorni dopo, sia ancora costretto ad affannarsi nel dare l’interpretazione autentica di quel titolo infelice e irresponsabile.