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“Al di là del mare” un blog in cui i giovani studenti raccontano le migrazioni

Un progetto scolastico realizzato in una scuola media romana ha realizzato un diario online in cui gli alunni scoprono, e raccontano, l’immigrazione attraverso incontri, cultura e cronaca

Il blog “Al di là del mare” è il lavoro dei ragazzi della II B e della II C della scuola media Istituto comprensivo Gianni Rodari di Roma frutto della riflessione sui temi delle migrazioni, dei diritti di rifugiati e richiedenti asilo e dell’integrazione.

È una sorta di diario dove trovano spazio commenti a poesie e disegni, ma anche delle brevi sui casi di cronaca, nera come nel caso dell’incendio appiccato al camper a Centocelle o il caso calcistico intitolato dai ragazzi “Muntari e cori e fischi razzisti” legato alla vicenda del calciatore che ha abbandonato il campo dopo essere stato destinatario di insulti.

Tra i post più recenti del blog c’è il racconto dell’incontro con il fotografo Francesco Natale, che Elena Sofia Ortolani della II C ha raccontato così:Ultimamente, noi ragazzi della 2c e della 2b abbiamo lavorato ad un progetto sull’immigrazione con Francesco, un ottimo fotografo, e ho avuto quindi la possibilità di capire un po’ più a fondo la vita di lascia il proprio Paese per venire in Italia.

Il compito a casa è stato scattare foto a oggetti, luoghi o persone che avessero a che fare col tema delle migrazioni per presentarli al secondo incontro. Dopo due settimane i ragazzi hanno presentato i propri lavori, raccontati da Elena in maniera multiforme: “c’erano foto di parenti che arrivano da vengono da Paesi diversi, altri hanno scattato foto a persone per strada e altri ancora ad oggetti che appartenevano a delle persone immigrate da altre città d’Italia o del resto del mondo.” L’altro non è più tale.

Il primo post di questo innovativo blog è di novembre 2016, quando i ragazzi tutti insieme hanno raccontato un incontro a scuola: “Per tre lunedì di seguito un ragazzo di Casa Scalabrini, una casa dove vivono in semi-autonomia 32 rifugiati e che promuove la cultura dell’accoglienza e dell’integrazione tra rifugiati, migranti e la comunità locale, ci ha parlato delle strutture, gestite dagli Scalabriniani, che ospitano in diversi paesi del mondo gli immigrati, per un minimo di 6 mesi e un massimo di 12 mesi che è il tempo necessario per finire il loro percorso di integrazione.”

La scuola ha creato una preziosa occasione di incontro e crescita per giovani tra gli 11 e i 13 anni, per porre delle basi nuove per futuri cittadini che magari un domani possano essere più consapevoli, e informati, dei fatti.

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