“Sto per lanciare un appello ai cittadini italiani, a tutti quelli che vogliono dare una loro partecipazione contro la disinformazione e le notizie false per la tutela del loro diritto a essere informati correttamente”, ha annunciato ieri la presidente della Camera, Laura Boldrini, rilanciando la battaglia contro le notizie false, le cosiddette bufale, che circolano online.
L’obiettivo è quello di chiedere maggiori strumenti ai social network affinché portino avanti attività di debunking, ossia di smascheramento delle bufale, in modo sistematico: “Sono in contatto con esperti, i cosiddetti debunker. Sono Paolo Attivissimo (Il Disinformatico), Michelangelo Coltelli (Bufale un tanto al chilo), David Puente (Davidpuente.it) e Walter Quattrociocchi del CSSLab dell’IMT di Lucca e consegneremo l’appello ai grandi social network che devono essere seri“, spiega Boldrini.
La presidente della Camera ha ricordato quanto le false notizie sia efficaci nella promozione dell’incitamento all’odio: è accaduto e continua ad accadere a lei, che in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, il 25 novembre scorso, aveva diffuso alcuni dei messaggi che riceve con regolarità.
Secondo voi questa è libertà di espressione? https://t.co/7mpbqlwZug #noallaviolenzasulledonne pic.twitter.com/19DalYFx3q — laura boldrini (@lauraboldrini) 25 novembre 2016
Secondo voi questa è libertà di espressione? https://t.co/7mpbqlwZug #noallaviolenzasulledonne pic.twitter.com/19DalYFx3q
— laura boldrini (@lauraboldrini) 25 novembre 2016
Lo stesso è accaduto a Paolo Gentiloni a un solo giorno dalla nomina come presidente del Consiglio dei ministri, quando gli è stata attribuita, da un portale che diffonde notizie false con l’obiettivo di fare quella che definisce “satira” – o più plausibilmente di raccogliere click, una frase mai pronunciata. Minacce e contenuti che incitano all’odio e alla violenza sono stati, come prevedibile, numerosi. “Si inventano cose e frasi mai dette per suscitare odio – ha dichiarato Boldrini – Ma dove ci porta tutto questo? Il tema deve essere all’attenzione del legislatore, io sento la responsabilità di farlo in nome e per conto di tante persone che ne sono vittime. Dobbiamo alimentare tutti assieme la cultura della verifica, del fact checking, in modo da cancellare le notizie false”.
La presidente ha citato anche i dati del monitoraggio realizzato dalla Commissione europea relativi alla sperimentazione di un codice di autoregolamentazione sottoscritto a maggio dai principali social network: in Italia solo il 3,6% dei contenuti segnalati come discorsi d’odio sono stati rimossi, contro il 58% della Francia e il 52% della Germania (per tutti i dati del monitoraggio clicca qui).
Sempre ieri Mark Zuckerberg ha annunciato l’introduzione di nuove misure per il contrasto alla diffusione di notizie false – fake news – su Facebook. Il noto social network, infatti, è stato al centro di un acceso dibattito in seguito all’elezione, negli Stati Uniti, di Donald Trump: un folto numero di utenti e un gruppo di dipendenti dell’azienda hanno accusato Fb, infatti, di essere responsabile del risultato elettorale per non avere impedito la circolazione di bufale che avrebbero plasmato l’opinione pubblica spingendola a votare il magnate dell’economia ora presidente Usa.
“Sebbene non scriviamo le notizie che leggete e condividete – scrive Zuckerberg – riconosciamo che siamo più di un “distributore” di storie. Siamo una nuova tipologia tipo di piattaforma per il discorso pubblico e questo significa che abbiano un nuovo tipo di responsabilità, consentire alle persone di avere conversazioni significative e costruire uno spazio dove posso essere informate“. Per fare ciò il social network introdurrà un pulsante attraverso il quale gli utenti potranno segnalare i contenuti ritenuti falsi, a quel punto le potenziali bufale passeranno al vaglio di giornalisti esterni a Facebook per verificare la veridicità dei contenuti ed eventualmente confermarne l’infondatezza.
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