C’è anche l’Italia tra i 14 paesi nei quali a partire da domani – 8 aprile – e per tre giorni Facebook mostrerà il decalogo anti-bufala ai suoi utenti. Le 10 indicazioni appariranno in cima al newsfeed, ossia alla bacheca dove appaiono aggiornamenti e notizie.
L’obiettivo è quello di aiutare gli iscritti alla piattaforma social a distinguere tra notizie vere e false, affinché le visibilità delle seconde diminuisca.
La strategia di Facebook di educare gli utenti parte da una rilevazione del social network: “Dalle nostre ricerche risulta che le fake news non vengono quasi mai pubblicate per questioni di opinioni o di politica, nella maggior parte dei casi c’è pochissimo testo, gli articoli contengono quasi soltanto annunci pubblicitari, perché è lì che si guadagna”. A spiegarlo è stato il responsabile News Partnership di Facebook Campbell Brown, in occasione del Festival del giornalismo di Perugia. Da qui, dunque, l’idea di ridurne la circolazione puntando sulla collaborazione con gli utenti.
Le regole del decalogo invitano a esercitare lo spirito critico quando ci si trova di fronte a una notizia e ad applicare dei semplici trucchi come la verifica dell’url del sito. La Stampa riporta le dieci indicazioni qui.
Intanto negli Stati Uniti è stato introdotto lo strumento del bollino rosso, per segnalare le notizie false (in via di introduzione anche in Francia, Germania e Olanda). Non è un caso che siano gli Usa il primo paese a sperimentare il provvedimento: in seguito all’elezione di Donald Trump, infatti, Facebook ha ricevuto numerosi attacchi, anche interni all’azienda, che lo accusavano di aver contribuito al risultato elettorale poiché la piattaforma non aveva contrastato in alcun modo la circolazione di informazioni false che screditavano il partito democratico.
La prima notizia etichettata con bollino rosso è diffusa da un portale che si presenta come una testata giornalistica, pur non essendolo e riguarda proprio il presidente Usa. Con l’applicazione del bollino Facebook non censura la notizia, che continua a essere disponibile, ma gli utenti possono identificarla immediatamente come falsa. Il compito di verifica è stato affidato, nel caso statunitense, a due organizzazioni che si occupano di fact checking e che collaborano col social network.
In Europa, invece, il Governo federale tedesco ha dato il via libera alla proposta di legge che prevede multe fino a 50 milioni di euro per i social network che non rimuovono velocemente contenuti incitanti all’odio, diffamanti tali da costituire un reato in Germania, come quelli negazionisti. L’ultimo passaggio, affinché la legge entri in vigore, è quello al Parlamento. A chi ha parlato di censura il ministro federale della Giustizia e utela del consumatore Heiko Mass ha risposto: “per noi la libertà d’opinione finisce là dove comincia la calunnia”.
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