Avviato stamattina lo sgombero della “Giungla”, il campo informale che ospita circa 6mila migranti e rifugiati
Dieci foto per raccontare come sta andando lo sgombero del campo profughi di Calais, in Francia. https://t.co/ngovnsRNxm pic.twitter.com/9jAyYc5Sdk
— Internazionale (@Internazionale) 24 ottobre 2016
Dopo una notte di tensione, durante la quale hanno avuto luogo alcuni scontri tra le forze dell’ordine e gli attivisti No Borders, è iniziato stamattina lo sgombero della “giungla” di Calais, il grande campo informale che ospita migliaia di migranti e rifugiati – circa 6mila secondo le autorità, dei quali quasi 1300 minori. Il campo negli ultimi 18 mesi ha rappresentato una base per coloro che, desiderosi di raggiungere il Regno Unito, attendevano nella cittadina francese un’opportunità per poter attraversare la Manica.
Lo smantellamento, voluto dal presidente francese François Hollande e annunciato da alcuni giorni, era stato accolto positivamente dall’Alto Commissariato delle Nazioni unite per i Rifugiati. “Le condizioni di vita sono deplorevoli, con ripari di fortuna, servizi igienici inadeguati, condizioni di sicurezza insufficienti e servizi di base carenti”, scriveva Unhcr commentando l’iniziativa delle autorità d’Oltralpe, appresa con favore.
«Appena siamo giunti a #Calais, abbiamo cercato subito un modo per andarcene. È un posto dimenticato da Dio».https://t.co/L37WIrBaiP pic.twitter.com/FviWqBi6ec
— Limesonline (@limesonline) 24 ottobre 2016
E dopo Calais?
I migranti e rifugiati sono trasferiti in centri di accoglienza francesi che dovrebbero garantire condizioni di vita migliori: a poche centinaia di metri dalla Giungla è stato allestito un punto presso il quale i funzionari dell’Ufficio francese dell’immigrazione e integrazione propongono a ogni profugo la scelta tra due regioni di destinazione. Divisi in gruppi composti da uomini adulti soli, famiglie, minori non accompagnati e soggetti particolarmente vulnerabili, è assegnato loro un braccialetto di diverso colore in base alla destinazione, per facilitare le operazioni di trasferimento.
Le organizzazioni non governative che svolgono volontariato nel campo hanno espresso preoccupazione: molti migranti e rifugiati potrebbero tornare spontaneamente a Calais, spinti dalla volontà di raggiungere il Regno Unito. Inoltre gli arrivi di nuovi profughi, nonostante l’annunciato smantellamento, sono proseguiti costantemente negli ultimi giorni.
#Calais Dove andare. Per @ilmanifesto pic.twitter.com/ViGOJE0GqW
— Mauro Biani (@maurobiani) 24 ottobre 2016
1291 minori
“È altrettanto fondamentale prestare particolare attenzione ai minori non accompagnati o separati ospitati all’interno del campo, che secondo le stime sono più di 1.200 – scriveva Unhcr – Tale misura è di grande importanza affinché i minori non si dirigano verso altre destinazioni, esponendosi al rischio di sfruttamento da parte dei trafficanti di esseri umani o di una vita per strada senza alcun sostegno”. Stando alle autorità francesi sarebbero infatti 1291 i minori non accompagnati o separati.
194 ragazzi sono stati già trasferiti da Calais nel Regno Unito la scorsa settimana: 141 grazie al ricongiungimento famigliare e 53 ragazze eritree sulla base dell’emendamento Dubs che consente di concedere lo status di rifugiato ai bambini più vulnerabili e impossibilitati a usufruire del programma di ricongiungimento. Questi, al momento, i dati diffusi dalle istituzioni britanniche.
Le organizzazioni della società è civile temono che nuove tensione possano creare confusione, rendendo più difficile una corretta identificazione dei minori non accompagnati.
#Calais: minori a rischio trafficanti https://t.co/sn3dPHEYFh via @VITAnonprofit
— Ottavia Spaggiari (@OttaviaS) 24 ottobre 2016
Interessanti le informazioni raccolte dal Refugee Rights Data Project, organizzazione di ricercatori che ha l’obiettivo di diffondere dati accurati sui rifugiati in Europa. Alla domanda “Dove andrai se il campo sarà smantellato?” quasi il 60% dei migranti e rifugiati intervistati che abitavano nel campo ha risposto di avere intenzione di restare anche dopo lo sgombero o di dormire nelle strade circostanti. Un piano condiviso da circa il 70% dei minori della Giungla intervistati: il 30% ha affermato di voler rimanere dopo lo smantellamento e quasi il 40% ha risposto che avrebbe dormito in strada, senza allontanarsi.
Our data shows that if the #Calais camp is evicted, children are likely to be hit hardest – remaining in the area or sleeping rough. pic.twitter.com/kbuuVVXW95
— Refugee Rights Data (@RefugeeData) 20 ottobre 2016
Solo il 17.7% dei minori non accompagnati, secondo i dati elaborati dal Refugee Rights Data Project, ha accettato l’idea del trasferimento presso un centro francese. Le motivazioni principali dietro a tale reazione di rifiuto sono: il timore di essere costretti a restare in Francia (49%); la necessità di restare a Calais per attraversare la Manica (41%); l’incertezza riguardo al proprio futuro nel caso in cui si accettasse il trasferimento (14%).
Our new #refugeedata shows that just 17.7% of #Calais children want to stay in a French accommodation centre. Here’s why: pic.twitter.com/nEwNeMDm30
— Refugee Rights Data (@RefugeeData) 20 ottobre 2016
Per evitare la dispersione dei giovanissimi in tali circostanze è necessario “un rafforzamento delle misure di ricongiungimento dei minori con parenti residenti in Europa”, come raccomanda l’Unhcr.
Allo stesso tempo, secondo le ong, affinché l’operazione di smantellamento sia efficace e migliori effettivamente le condizioni di quanti finora hanno vissuto nella Giungla resta essenziale che migranti e rifugiati ricevano le informazioni e l’orientamento necessari a comprendere al meglio la situazione e a non sentirsi disorientati.