Site icon Associazione Carta di Roma

Il “campionato di salto dell’inferriata” di Striscia la notizia che indigna il web

Striscia la notizia denuncia in modo “irriverente” una delle problematiche da lungo tempo presenti al Cara di Bari. Molte le segnalazioni arrivate

“Questi due minuti di Striscia la Notizia sono i più imbarazzanti della tv italiana?”, chiede Vice. Gli stessi due minuti, che hanno indignato parte degli ascoltatori e del web, ci sono stati segnalati ripetutamente.

A scatenare le reazioni del pubblico è quello che il programma satirico chiama il “campionato di salto dell’inferriata”, giunto al suo terzo appuntamento: un montato in cui si mostrano gli ospiti del centro per richiedenti asilo di Bari scavalcare la recinzione della struttura, con tanto di accompagnamento musicale e di “giudici” che danno un voto alla performance.

La serie ha avuto inizio dopo una visita di Striscia al Cara nel mese di dicembre. «Dopo gli attentati di Parigi non si lascia nulla al caso, la Puglia possibile porta d’ingresso dei jihadisti» recitava in apertura un servizio del tg regionale, seguito dalle parole della giornalista: «la popolazione è chiamata a rinunciare a parte della libertà, come siamo chiamati a fare tutti o meglio quasi tutti, loro no». Ecco quindi le immagini dei richiedenti asilo che si arrampicano per poi scendere all’esterno. «L’ospite è sacro, ma qui se ne approfittano», aggiungeva la giornalista, provando poi a entrare con la telecamera al seguito dall’ingresso principale. Respinta dai militari, i quali le spiegavano che è necessario avere un regolare permesso, replicava: «Eh, i cittadini ha detto bene, gli italiani vanno controllati…».

Striscia decide di continuare a segnalare la situazione e mette da parte i toni allarmistici per lanciare il “campionato di salto dell’inferriata”. Satira di cattivo gusto, come molti sostengono? Non siamo noi a stabilire cosa sia di buon gusto e cosa non lo sia.

Quello che possiamo dire, invece, è che a partire da dicembre, con il servizio prima e col “campionato” poi, anziché informare Striscia la notizia ha disinformato gli ascoltatori. E questo perché fin dall’inizio ha dimenticato di spiegare due aspetti fondamentali.

Il primo è che i richiedenti asilo che si trovano all’interno del Cara non scappano dal centro di accoglienza: sono liberi di uscire in orario diurno. Non si tratta, infatti, di detenuti, ma di persone che sono in attesa dell’esito della richiesta d’asilo presentata. Per le uscite superiori alle 24 ore, invece, è necessaria un’autorizzazione delle forze dell’ordine.

La puntata che si è stata più volte segnalata è andata in onda il primo aprile.

Perché, quindi, potendo scegliere di uscire comodamente dal cancello principale, preferiscono scavalcare? La risposta a questa domanda è il secondo e fondamentale elemento omesso. La maggior parte dei richiedenti asilo preferisce scavalcare le cancellate sul retro del centro perché, attraversando i binari del treno, può raggiungere rapidamente la tangenziale, dove si ferma un bus urbano che porta in città. Più volte organizzazioni e testate giornalistiche hanno denunciato la situazione, pericolosa in primo luogo per chi sceglie questa scorciatoia. Nel 2011, per esempio, un 34enne ospite del centro è morto, investito da due veicoli proprio su via Napoli, la strada a scorrimento veloce dove passa il mezzo pubblico. Il problema è ben noto alle autorità, che hanno provato a risolverlo con un miglioramento del servizio di navetta, il quale tuttavia si è rivelato non sufficiente a sradicare questo comportamento. Striscia accenna a questo aspetto legato alla sicurezza, per poi liquidarlo nel giro di una manciata di secondi, solo nel servizio di dicembre.

È importante denunciare situazioni di irregolarità e pericolo, come questa, così come è giusto farlo nel modo che la testata ritiene più opportuno. Dimenticare, però, più o meno deliberatamente, di chiarire gli elementi chiave per la comprensione di ciò che lo spettatore osserva, equivale a proporre solo due minuti di squallido intrattenimento.

Che ben venga la satira, ma non la disinformazione.

Exit mobile version