Asgi Sicilia denuncia possibili violazioni dei diritti dei richiedenti asilo all’interno del cara di Mineo. È rivolto alle autorità nazionali e locali l’appello per garantire la sicurezza e la legalità
A cura di Asgi
L’Associazione studi giuridici sull’immigrazione, sezione Sicilia, ha inviato una lettera alle istituzioni nazionali e locali per segnalare il perdurare di gravi criticità nella gestione del cara di Mineo e nelle prassi seguite dall’Ufficio immigrazione della Questura di Catania presso il centro di accoglienza.
Nella lettera indirizzata al ministero dell’Interno, al Prefetto e al Questore della Provincia di Catania, oltre che all’Ordine degli avvocati, al presidente della Commissione nazionale per il riconoscimento del diritto d’asilo e all’Alto Commissariato per i Rifugiati dell’Onu, l’Asgi con determinazione chiede alle autorità di “verificare le criticità e omissioni riscontrate” per “ripristinare la legalità nel centro di accoglienza cara di Mineo”. Da tempo – sin dalla creazione nel 2011 – l’associazione, assieme ad altri enti di tutela dei diritti dei migranti, denuncia le criticità e le violazioni dei diritti fondamentali.
Criticità come la mancanza di servizi essenziali quali l’assistenza legale, il servizio di mediazione linguistico-culturale, l’assistenza sociale e psicologica, il mancato rilascio ai richiedenti asilo nei centri del permesso di soggiorno, la non istituzione di una apposita commissione territoriale presso la struttura per esaminare tempestivamente, nei termini di legge, le domande di protezione internazionale, sono da tempo state segnalate alle autorità – ricorda l’Asgi nella lettera – ma risultano oggi aggravate dall’accresciuto numero dei richiedenti asilo presso il cara di Mineo, ormai giunto a circa quattromila, ben oltre la capienza della struttura prevista dalle autorizzazioni urbanistiche e dal patto territoriale stipulato con i comuni del Calatino.
A questo si aggiungono le sconcertanti e drammatiche vicende che sono emerse negli ultimi giorni. Sequestro e violenza subiti da una richiedente asilo, diversi tentativi di suicidio anche all’interno del centro, l’arresto di alcune persone accusate di far parte di una organizzazione dedita al traffico dei migranti, con base operativa proprio presso il Cara di Mineo, dove – paradossalmente – sono stati inviati i sopravvissuti al naufragio del 18/19 aprile.
Il perdurare di gravi criticità denota la assoluta inidoneità della struttura, non solo a garantire una accoglienza secondo gli standard prescritti dalla normativa interna e comunitaria, ma persino a rispettare le condizioni minime di sicurezza per i richiedenti asilo. Un’altra accoglienza appare possibile, perseguita «con progetti più piccoli come i centri di accoglienza Sprar, inseriti nelle comunità locali e secondo linee e standard uniformi sul territorio nazionale», ricorda l’Asgi.
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