La possibilità di formulare discorsi d’odio e di utilizzare offese razziste non può essere confusa con la libertà di manifestazione del pensiero. È grave che esponenti politici di primo piano e parlamentari della Repubblica si facciano portatori dell’hate speech, ma è allarmante che, contemporaneamente, vengano delegittimati quanti lo combattono. Crediamo che l’azione per fermare il discorso d’odio debba essere considerata parte integrante di una seria politica per l’immigrazione e contro ogni forma di discriminazione. A supporto di questa azione servono quindi efficaci meccanismi di controllo e vigilanza. Controllo e vigilanza che l’Unar – benché la sua configurazione non risponda del tutto a quella ‘autorità indipendente’ che le istituzioni europee vorrebbero – tenta di svolgere da diversi anni. Apprezziamo che la ministra Maria Elena Boschi sia intervenuta con fermezza al question time della Camera puntualizzando il ruolo dell’Unar e le sue importanti competenze. Chiediamo che il Governo mantenga la sua coerenza nel decidere sulle sorti di un Ufficio che finora ha dimostrato, in condizioni non favorevoli, di svolgere il proprio ruolo con imparzialità e coerenza. Chiediamo che si ottemperi a quanto previsto dalla Direttiva europea 2000/43 e si introduca un meccanismo che preveda l’indipendenza dell’Unar dal governo e dalle dinamiche dei partiti.
Apprezziamo che la ministra Maria Elena Boschi sia intervenuta con fermezza al question time della Camera puntualizzando il ruolo dell’Unar e le sue importanti competenze.
Chiediamo che il Governo mantenga la sua coerenza nel decidere sulle sorti di un Ufficio che finora ha dimostrato, in condizioni non favorevoli, di svolgere il proprio ruolo con imparzialità e coerenza.
Chiediamo che si ottemperi a quanto previsto dalla Direttiva europea 2000/43 e si introduca un meccanismo che preveda l’indipendenza dell’Unar dal governo e dalle dinamiche dei partiti.
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