L’inversione di tendenza nel linguaggio mediatico sull’immigrazione è avviata da tempo e anche alcuni esponenti politici ne prendono atto. Come ha notato l’On.Salvini alla festa della Lega a Pontida, nei tg e nei quotidiani non si parla più di “clandestini” ma di migranti che sbarcano e approdano sulle coste italiane. Ricordiamo che il termine “clandestino”, che molte testate e numerosi colleghi, con apprezzabilissima sensibilità deontologica, hanno scelto di non utilizzare, spesso è usato a sproposito, quando invece correttamente si dovrebbe parlare di “rifugiato”, o di “richiedente asilo”; o semplicemente di “migrante irregolare”, come la Carta di Roma propone in alternativa alla parola “clandestino”.
Le drammatiche vicende siriane e la nuova crisi egiziana ci ricordano infatti quanto sia necessario capire e far capire chi sono le persone che arrivano nelle nostre coste costrette e in fuga da situazioni di guerra come i richiedenti asilo o in cerca di prospettive di vita migliori come i migranti economici, evitando la semplice contabilizzazione degli sbarchi.
Conforta che il percorso di responsabilità professionale e civile nell’uso delle parole intrapreso con Carta di Roma da Ordine e Fnsi incontri un sempre maggiore consenso tra i colleghi, in Italia e non solo.
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