Raccogliendo l’appello di Naga e di Associazione 21 Luglio, che da anni lavorano insieme alle comunità Rom e Sinte a Milano e Roma, Carta di Roma si rivolge ai direttori e ai giornalisti tutti affinché ci sia una maggior vigilanza e senso di responsabilità quando si trattano notizie che riguardano rom e minori.
Nei giorni del ritrovamento, in un campo rom in Grecia, di una bimba i cui tratti somatici non convincevano la polizia, parte della stampa italiana ha ripreso la notizia attingendo di nuovo dal peggiore pregiudizio che vuole gli “zingari” come “ladri di bambini”.
Alcune testate hanno scelto titoli e tagli che non lasciavano molti dubbi sulla ricostruzione della vicenda:
Altri hanno usato toni meno perentori ma non meno gravi nella sostanza:
O altre hanno cercato conferma riportando casi analoghi:
In Irlanda la vicenda si conclude con un test del dna che conferma che la bimba in questione, seppur bionda con gli occhi azzurri, è figlia della coppia con la quale viveva. I genitori naturali di “Maria” vengono rintracciati in Bulgaria e dichiarano di averla affidata alla coppia con la quale è stata ritrovata in Grecia.
Nonostante questo non sono mancati commenti come: «Ciò conferma che pure le tribù rom, come loro stesse sostengono, possono dare alla luce bambini biondi con occhi azzurri o verdi, ma ciò non giustifica affatto la gravità del reato di rapimento da parte degli stessi nomadi, come purtroppo troppo spesso accade» (Secolo d’Italia del 24/10/13).
Una ricerca della Dipartimento di Psicologia e Andropologia culturale dell’Università degli Studi di Verona “La zingara rapitrice” , dimostra che di tutte le notizie di fantomatici rapimenti che vedevano coinvolti cittadini rom tra il 1986 e il 2007, in nessun caso l’esito è stato una condanna per questo tipo di reato.
L’Associazione Carta di Roma chiede quindi a tutti i direttori e ai giornalisti maggior senso di responsabilità nella trattazione di queste notizie. Nel rispetto della ricerca della verità sostanziale non possiamo esimerci da uno spirito critico dei fatti, così come un’analisi critica non può e non si deve basare su vecchi e assurdi stereotipi.
Un’informazione corretta deve inoltre sempre ricordare, soprattutto a se stessa, che per qualsiasi reato la responsabilità penale è individuale, mai di un “gruppo” o di un’etnia.
Rimaniamo disponibili ad un confronto con le varie redazioni e a fornire indicazioni per contatti con esperti che conoscono dati e elementi utili per comprendere meglio le realtà che spesso trattiamo nel nostro lavoro giornalistico.
Giovanni Rossi, presidente FNSI
Pietro Suber, delegato CNOG per Carta di Roma
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