“Dal 2008 i giornalisti italiani si sono dati, attraverso la Carta di Roma, un codice deontologico che consenta di evitare termini razzisti nel raccontare le storie, spesso dure e tristi, dei migranti che si affacciano anche nel nostro Paese. L’Ordine e la Federazione della stampa hanno condiviso questa scelta, che trova sempre maggiore consenso fra i colleghi. Non si capisce dunque perché ancora qualcuno ironizzi su una posizione seria e rigorosa”, dice il segretario del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti Giancarlo Ghirra, polemico verso un articolo pubblicato su Libero nel quale si definisce ipocrita la decisione del’agenzia di stampa Adnkronos di bandire dai suoi lanci il vocabolo ‘clandestino’, scelta già adottata dall’agenzia Ansa”.
“Proprio oggi – aggiunge Ghirra, che fa parte del direttivo dell’Associazione Carta di Roma – anche il New York Times ha annunciato di unirsi alla decisione dell’Associated Press e di inserire nelle linee-guida per i suoi giornalisti il divieto di usare il termine ‘illegale’ riferito ai migranti. La decisione è l’effetto di chi anche negli Stati Uniti intende evitare l’uso nei media di termini sbagliati, che alimentano l’odio e l’ostilità verso i migranti. Spiace che nel nostro Paese non tutti apprezzino la Carta di Roma, proprio mentre a livello internazione cresce la consapevolezza del dovere di raccontare i fatti utilizzando parole non offensive della dignità delle persone”.