I corpi di almeno 21 migranti, fra cui quelli di 3 bambini, sono stati rinvenuti all’alba di oggi in due diverse località della costa egea. Nelle stesse ore molti paesi europei decidono e valutano di chiudere le frontiere per evitare l’ingresso dei profughi sui propri territori nazionali.
Il Centro Astalli torna a ribadire che il rafforzamento delle frontiere, l’abolizione di Schengen, il respingimento dei migranti non sono la via per trovare soluzioni a lungo termine ed allontanare lo spettro del terrorismo.
Tale approccio securitario porta inevitabilmente a vere e proprie violazioni di convenzioni internazionali, lede il diritto di chiedere asilo di chi fugge da guerre e persecuzioni e prima ancora rischia di minare le fondamenta della nostra stessa democrazia.
Secondo padre Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, vi sono alcune priorità non più procastinabili:
– Basta morti nel Mediterraneo. È inaccettabile continuare a rimanere fermi, ogni volta un po’ più indifferenti della precedente. La commozione di per sé non rappresenta una soluzione, non è una risposta al problema. Se non fermiamo il massacro siamo tutti responsabili.
– L’integrazione è l’unico antidoto alla paura. Migliaia di persone oggi si ritrovano a chiedere asilo in contesti europei spesso ostili che ancora in troppe occasioni sono influenzati da razzismo e xenofobia. Sono ancora troppi i ghetti urbani e culturali dove la marginalizzazione non può far crescere nulla di buono. La sicurezza di una società si alimenta con un’accoglienza diffusa, con politiche serie e strutturali di integrazione socio-lavorativa e con la creazione di spazi di incontro e relazione in cui tutti possano esprimere il loro potenziale umano.
– Non possiamo derogare ai principi democratici mettendo in atto misure che vadano a violare diritti e limitare libertà di persone che fuggono da violenze e persecuzioni. L’Europa si contrapponga alle dittature con il rafforzamento delle democrazie, alle persecuzioni con il rispetto dei diritti umani di ciascuno, alla guerra e alla morte con logiche di pace e accoglienza.
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