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Che faccia ha la criminalità?

Che faccia ha la criminalità?

Lo chiediamo dopo aver letto ciò che scrive Fabio Di Chio sul quotidiano Il Tempo in «Il crimine fa paura. Roma è da record» a proposito dell’aumento di reati denunciati: «Un incremento che ha la faccia di nomadi, romeni, cittadini dell’Est in genere e sudamericani che si appostano sugli autobus dei turisti e alla fermate della metropolitana e riescono a sgraffignare portafogli e altro da tasche, borse e zaini senza che il malcapitato se ne accorga». Secondo quale fonte gli autori di questi crimini sono “nomadi, romeni, cittadini dell’Est in genere e sudamericani”? Quali sono i dati che lo stabiliscono? Nessuno.

Peccato che questa opinione personale dell’autore venga inserita in un articolo che riprende alcuni dati relativi al 2013 anticipati dal ministero dell’Interno al Sole 24 Ore, il quale ha pubblicato sulla base di questi una classifica delle province italiane nelle quali è stato registrato il maggior numero di denunce di reati in base al rapporto tra numero di denunce e popolazione residente. Nessun riferimento, nei dati del ministero (e nell’articolo del Sole 24 Ore) alle origini degli autori dei reati denunciati; l’aumento delle denunce – che vede Roma  con il 2,9% quinta su dieci città – inoltre, non indica necessariamente un aumento dei reati.

Per i dati rimandiamo direttamente all’articolo pubblicato sul sito de Il Sole 24 Ore: «Escalation di furti e borseggi: i reati denunciati aumentano del 2,6%».

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