Il Tempo, titoli e disinformazione
«Ogni anno 100mila clandestini in città», titola oggi Il Tempo, aggiungendo nel sommario: «L’esercito di profughi sbarcato a Roma costa all’erario 70 milioni. Poi ci sono i nomadi: in dodici mesi spesi 33mila euro a famiglia».
La confusione inizia ancor prima di leggere l’articolo: chi sono questi centomila? I “profughi”? I “profughi” e i “nomadi” insieme? E per “ogni anno” cosa si intende? Che ogni anno arrivano 100mila “clandestini”? O che vi risiedono? Magari proseguendo la lettura la cifra diventerà più chiara.
Una risposta parziale sembra arrivare fin dalla prima frase: «Sono centomila gli irregolari, i richiedenti asilo, i rifugiati». Certo, per definire “clandestini” (termine giuridicamente scorretto*) richiedenti asilo e rifugiati ce ne vuole di ignoranza (o di malafede?). Con “irregolari”, invece, a chi ci si riferisce? Siamo solo alle prime righe, quindi proseguiamo, qualche risposta potrebbe arrivare più avanti.
Abbiamo capito, anche se solo in parte e con parecchi dubbi ancora in piedi, da chi è composta questa presunta massa di 100mila persone che risiede (o arriva?) a Roma “ogni anno”. Ora ci si aspetterebbe, da un articolo giornalistico, che almeno la cifra su cui è stato costruito il titolo venisse analizzata. Invece niente, anche questa speranza è disattesa.
Le uniche cifre che troviamo sono queste:
– «9764 immigrati accolti di cui 7437 concentrati nella Capitale e i restanti entro i confini della città metropolitana» (accolti quando?)
– «il piano nomadi, 7177 persone censite nel 2009 di cui solo 2241 residenti nei villaggi attrezzati» (e qui, trattandosi di dati del 2009, di nuovo ci si domanda a cosa faccia riferimento “ogni anno”)
Il totale è 16941. Decisamente molto meno di “100mila”.
Unica ulteriore cifra presente nell’articolo che fa riferimento al numero di persone presenti a Roma è 1634: «le domande di asilo registrate negli uffici della Questura di Tor Sapienza […] da gennaio a metà maggio». Non è chiaro se i 1634 richiedenti asilo siano inclusi o meno nei 9764 migranti già indicati sopra. Se non fosse così arriveremmo a un totale di 18575, ancora molto distante dai centomila. Ne mancano ottantamila all’appello.
Dove sono finiti i “100mila” del titolo? Nell’articolo – che offre solo una serie di informazioni confuse, superficiali e tra loro sconnesse – questa cifra non è mai riportata, mentre i pochi numeri forniti non arrivano neppure a un quinto di centomila. Allo stesso modo il riferimento temporale del titolo (“ogni anno”) non è in alcun modo spiegato e, nei dati forniti all’interno dell’articolo, esso non trova alcun senso. La ragione è semplice quanto desolante: centomila è un numero inventato, un numero alto che cattura l’attenzione del lettore e fa sì che prosegua nella lettura. Poco sorprende, dunque, che a esso siano affiancati altri elementi che non trovano una spiegazione (“ogni anno” e “clandestini”).
Un titolo che in ogni sua parte disinforma invece di informare, costruito ad hoc per ingannare chi legge.
Le domande al termine della lettura sono solo aumentate: dov’è finito il dovere di informare? Dove sono l’affidabilità e la credibilità che dovrebbero appartenere a una testata giornalistica?
Per leggere l’articolo del Tempo al quale si fa riferimento cliccare qui.
*Sull’uso improprio del termine “clandestino” abbiamo scritto qui.