A otto anni dal precedente «Comunicazione e giornalismo interculturale», Maurizio Corte, giornalista del quotidiano l’Arena e docente di Giornalismo Interculturale all’Università di Verona ha pubblicato una nuova edizione che rivede quel testo aggiornandolo e aggiungendovi un necessario passaggio sul digitale con tutte le conseguenze e opportunità che la nuova pratica professionale impone.
Il libro si compone di una parte più teorica con un inquadramento generale sulla comunicazione, sui media e sulla comunicazione interculturale e di una parte dedicata alla pratica professionale che si arricchisce di elementi di ricerca specifica, come i monitoraggi svolti sui lanci Ansa e altri approfondimenti svolti insieme al gruppo di analisi interculturale Prosmedia. La parte sul web cerca invece di rispondere ai dubbi su come agire, su come comunicare, su come essere professionisti in una società complessa.
Un lavoro che pone al centro questioni di grande attualità come la trattazione dei femminicidi e delle tematiche migratorie e rilancia le sfide di un’informazione davvero pluralistica e rispettosa della dignità delle persone al giornalismo e al mondo della comunicazione in generale. Che combina fondamenti teorici, riferimenti deontologici e indicazioni pratiche da cui possono trarre ispirazione sia studenti che molti professionisti e operatori della comunicazione.
Il libro ha il merito di costringerci a valutare nuovi strumenti conoscitivi e di linguaggio che fenomeni come quelli della migrazione e della convivenza nel nostro paese di persone con numerose e diverse provenienze, ma anche i figli di quelle persone, ci impongono.
I riferimenti alla letteratura internazionale sul tema della comunicazione interculturale sono utili aperture ad una dimensione molto poco conosciuta e dibattuta nel nostro paese, dove sono scarsi gli approfondimenti e le analisi sulle dinamiche sociali e comunicative sperimentate e studiate in altri paesi. Il richiamo ai concetti più ricorrenti e dibattuti quando si parla di migrazione e intercultura come stereotipo, pregiudizio, etnia e identità vengono inquadrate in riferimento agli ostacoli e alle opportunità della comunicazione in una società pluralistica in un tentativo di fornire spunti di analisi e interrogativi utili per la pratica professionale.
«Perché gli operatori della comunicazione non riescono a cogliere la dinamicità della cultura? – si interroga l’autore, che prosegue – Vi è il rischio di alzare steccati che rendono impossibile il dialogo e quindi l’approcci interculturale». Corte rilancia – come più volte nel libro – un monito ai giornalisti per tornare a essere capaci di cogliere i nuovi orizzonti che la società pluralistica e le diversità, in cui tutti siamo immersi e di cui tutti siamo portatori, impongono.
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