In occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale, lunedì 21 marzo l’Arci insieme a Cittalia, ha presentato alla Camera la campagna di comunicazione del progetto Prism (preventing, redressing and inhibting hate speech in new media), che coinvolge partner di cinque paesi (Italia, Francia, Romania, Spagna, Inghilterra) ed è finanziato dalla Commissione europea.
No all’odio, no all’intolleranza sul web è lo slogan di lancio dl progetto «promosso anche da Facebook Italia e Twitter Italia» evidenzia Filippo Miraglia, vicepresidente dell’Arci. «Questo sostegno va nella direzione di un’iniziativa che intende arrivare anche alle generazioni dei giovanissimi, per i quali si è pensato di utilizzare un linguaggio alternativo, come quello di un breve spot cartoon». L’obiettivo da perseguire è il netto contrasto dei discorsi d’odio, che si palesano, anche, nei dati UNAR 2014, secondo i quali tra social e link correlati, sono stati 700 gli episodi d’intolleranza.
«Il degrado verso il quale ci stiamo avventurando può e deve essere contrastato dall’informazione e dalle associazioni – ribadisce Paolo Beni, deputato e relatore del ddl su cyberbullismo – in modo da affrontare le forme di discriminazione alimentate dai peggiori istinti popolari».
«Prima di scrivere un qualsiasi articolo, ciascun giornalista dovrebbe chiedersi quali siano le informazioni già in possesso del suo lettore e rendersi conto che il discorso d’odio, diffondendo informazioni errate, è di fatto una grande perdita di tempo» sintetizza il presidente dell’Associazione Carta di Roma, Giovanni Maria Bellu. E prosegue «l’hate speech si fonda sul pregiudizio, e dandolo per scontato gli conferisce forza. Un giornalista nel senso pieno della parola dovrebbe applicare queste regole, semplicemente». I principi contenuti nella Carta di Roma sembrano essere state in parte assimilate dalla categoria professionale «sono tuttavia aumentate le violazioni dolose della carta, quindi consapevoli» e forse volutamente polemiche.
I social network rivestono, nell’ambito dell’evoluzione del linguaggio, un posto in prima linea. «Gli utenti di Facebook sono circa un miliardo» esordisce Laura Bononcini di Facebook Italia. «Gli strumenti che mettiamo in campo per il contrasto dei discorsi d’odio sono innanzitutto il nome reale su Facebook e la policy in materia di segnalazione di violazioni. Ed infine, cerchiamo di contrastare l’hate speech facendo ciò che sappiamo fare meglio, ovvero diffondere contenuti».
Piera Mastantuono
Il progetto Prism è realizzato con il supporto finanziario del programma Diritti Umani dell’Unione europea:
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