Per contrastare l’hate speech l’informazione deve essere vigile, l’aumento delle violazioni dolose e consapevoli della Carta di Roma ne è un segnale. Giovanni Maria Bellu: “il discorso d’odio diffonde informazioni errate ed è una gran perdita di tempo”
No all’odio, no all’intolleranza sul web è lo slogan di lancio dl progetto «promosso anche da Facebook Italia e Twitter Italia» evidenzia Filippo Miraglia, vicepresidente dell’Arci. «Questo sostegno va nella direzione di un’iniziativa che intende arrivare anche alle generazioni dei giovanissimi, per i quali si è pensato di utilizzare un linguaggio alternativo, come quello di un breve spot cartoon». L’obiettivo da perseguire è il netto contrasto dei discorsi d’odio, che si palesano, anche, nei dati UNAR 2014, secondo i quali tra social e link correlati, sono stati 700 gli episodi d’intolleranza.
L’informazione per contrastare il degrado
«Il degrado verso il quale ci stiamo avventurando può e deve essere contrastato dall’informazione e dalle associazioni – ribadisce Paolo Beni, deputato e relatore del ddl su cyberbullismo – in modo da affrontare le forme di discriminazione alimentate dai peggiori istinti popolari».
I social network rivestono, nell’ambito dell’evoluzione del linguaggio, un posto in prima linea. «Gli utenti di Facebook sono circa un miliardo» esordisce Laura Bononcini di Facebook Italia. «Gli strumenti che mettiamo in campo per il contrasto dei discorsi d’odio sono innanzitutto il nome reale su Facebook e la policy in materia di segnalazione di violazioni. Ed infine, cerchiamo di contrastare l’hate speech facendo ciò che sappiamo fare meglio, ovvero diffondere contenuti».
Piera Mastantuono
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