Lamentiamo spesso il poco spazio che trovano le storie d’integrazione, un’assenza che è più evidente quando si parla di rom e sinti. Ogni giorno nella rassegna stampa Carta di Roma persone di origine rom (o presunte tali) sono protagoniste – quasi sempre in negativo – di storie che parlano di mancata integrazione, di episodi di cronaca al limite della legalità o reati. Articoli nei quali, molto spesso, le testate cadono nell’errore – volontario o involontario – della generalizzazione, giocando su stereotipi fin troppo noti.
Dov’è finito il resto della comunità rom? Quella che non ha nulla a che vedere con le vicende denunciate dai giornali, che tenta di integrarsi e che fatica per trovare un suo posto nell’Italia dei pregiudizi e delle discriminazioni? È invisibile per i media, così come lo è, di conseguenza, per i cittadini.
Oggi, invece, La Repubblica in un articolo scritto da Maria Pia Fusco dà voce a Laura Halilovich, giovane donna con la passione del cinema che ha deciso di portare sullo schermo la propria vita in “Io rom romantica”. Per una volta è un personaggio positivo a emergere, ricordando che la comunità rom è altro rispetto a ciò che si legge nelle pagine di cronaca. Certo, quella della regista esordiente è un’esperienza sopra le righe, ma è solo una tra le tante storie d’integrazione più ordinarie che aspettano solo di essere raccontate.
Di seguito il pezzo: «Io rom romantica», La Repubblica
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