Il Dossier Statistico Immigrazione 2018 raccoglie tutti i dati necessari per capire il fenomeno migratorio verso e dall’Italia. Ecco gli aspetti principali
Di Piera Francesca Mastantuono
Il Dossier Statistico Immigrazione è uno strumento necessario che attraverso la lezione dei numeri e un’analisi ragionata della realtà, può aiutare a conseguire una comprensione più esatta di un fenomeno sempre più discusso. La 28esima edizione, realizzata dal Centro Studi e Ricerche IDOS, in partenariato con il Centro Studi Confronti e con la collaborazione dell’Unar, mette insieme ricerche sul campo e indagini qualitative a dati provenienti da archivi amministrativi.
«Sono dati che ci parlano della cruciale importanza delle politiche di integrazione, di cui oggi nessuno parla più e su cui sempre meno i governi intendono investire», spiega Luca di Sciullo, presidente del Centro Studi e Ricerche Idos, aggiungendo, inoltre: «i numeri non bastano più: abbiamo bisogno di esempi, di testimoni, di buone prassi che mostrino in maniera concreta e tangibile che l’integrazione è possibile».
Ecco alcune delle tematiche principali indirizzate nel nuovo rapporto.
Nessuna invasione
Il dossier evidenza come non ci sia nessuna “invasione” di stranieri in corso, anche perché il numero degli stranieri che vivono in Italia è pressoché stabile intorno ai 5 milioni dal 2013.
Alla fine del 2017 gli stranieri residenti in Italia sono 5.144.000, circa 97.000 in più rispetto all’anno precedente (+1,9%), per un’incidenza dell’8,5% sulla popolazione totale. Tra i soli non comunitari, circa due su tre (2.390.000) hanno un permesso di soggiorno di durata illimitata, che attesta un grado di radicamento e stabilità ormai consolidato. I restanti 1.325.000 (35% del totale) hanno un permesso a termine, in maggioranza per famiglia (39,3% del totale) o per lavoro (35,2%). Meno di 1 su 5 (239.000) è titolare di un permesso inerente alla richiesta di asilo o alla protezione internazionale o umanitaria. Alla fine dell’anno erano 187.000 quelli inseriti in un centro di accoglienza (Cas piuttosto che Sprar, 80,95% contro 13,15%).
Il crollo dei flussi. Secondo quanto hanno rilevato Unhcr e Oim, nei primi 9 mesi del 2018 l’Italia ha accolto sul suolo poco più di 21.000 migranti, un dato crollato di quasi il 90% rispetto allo stesso periodo del 2017.
Italiani in Italia e all’estero
Gli italiani in Italia sono diminuiti di 203.000 nell’ultimo anno, nonostante le 147.000 acquisizioni di cittadinanza italiana avvenute nel 2017 da parte di cittadini stranieri residenti in Italia (senza le quali la diminuzione annua della popolazione italiana sarebbe stata di 350.000 unità).
In base ai dati Istat, oltre 114.000 italiani si sono trasferiti all’estero nel 2017. Una tendenza diffusa anche tra gli italiani “per acquisizione”, cioè di origine straniera: costoro infatti, dopo essersi naturalizzati, sempre più finiscono per trasferirsi all’estero (25.000 tra il 2012 e il 2016, con età media intorno ai 25 anni e per quasi la metà nati in Italia), specialmente all’interno dell’Ue (19.000, il 75,6% del totale), grazie alla libera circolazione loro assicurata dalla cittadinanza italiana.
La scuola multiculturale
Sono 826.000 gli iscritti di cittadinanza straniera nell’anno scolastico 2016/2017, circa un decimo (9,4%) della popolazione scolastica complessiva.
Una incidenza in continua crescita, visto che gli alunni figli di italiani vanno sempre più diminuendo (-96.300 in un anno, -1,2%) per il costante calo delle nascite, mentre quelli nati da genitori stranieri vengono gradualmente aumentando (+11.200 e +1,4%), grazie alla maggiore giovinezza e fecondità della popolazione di origine immigrata.
Sebbene tra loro siano rappresentate 190 nazionalità, si tratta, per oltre la metà dei casi, di giovani romeni (158.000), albanesi (112.000), marocchini (102.000) e cinesi (49.500).
Ma il dato più importante è la quota sempre più ampia di alunni stranieri che sono nati in Italia, le cosiddette “seconde generazioni”, che spesso riconoscono l’italiano come propria lingua madre, vivono con e come i coetanei italiani e si sentono tali a tutti gli effetti, condividendo con loro ogni cosa eccetto la cittadinanza (e ciò che essa comporta, in termini di riconoscimento giuridico e di diritti). Se nell’a.s. 2007/2008 erano appena un terzo (34,7%) di tutti gli alunni stranieri, nell’a.s. 2016/2017 sono più di mezzo milione (503.000), i tre quinti (60,9%) del totale. Rispetto all’a.s. precedente, costoro sono aumentati di ben il 12,9% (+57.600).
Per scaricare la scheda di sintesi del rapporto, cliccare qui.
Per il rapporto, cliccare qui.