Il ministro delle Giustizia tedesco Heiko Maas aveva annunciato il 15 settembre scorso un’azione di contrasto sistematico ai discorsi di odio diffusi sul web e Facebook aveva risposto promettendo una stretta collaborazione per individuare e rimuovere velocemente i contenuti che incitano all’odio.
Il Ministro a fine agosto aveva inviato una lettera pubblica a Facebook accusandola di non fare abbastanza contro l’hate speech, osservando come gli interventi di rimozione di contenuti a sfondo sessuale esplicito fossero più rapidi rispetto a quelli riguardanti post e commenti promotori di odio razziale.
Il 19 ottobre scorso alla procura di Amburgo è stata depositata una denuncia contro tre dirigenti tedeschi del social network, accusati di non intervenire contro espressioni di xenofobia diffuse dai fruitori della rete in Germania. Lo ha riferito la stessa procura alla France Presse, confermando quanto apparso su Der Spiegel: «Facebook non ha dato prova di alcuna volontà di cambiare le proprie pratiche riguardo ai messaggi di odio», ha spiegato al settimanale tedesco l’avvocato Chan-jo Jun, che ha sporto la denuncia.
Secondo Der Spiegel, Chan jo-Jun ha segnalato a Facebook più di 60 commenti, perché inciterebbero all’odio, alla violenza o sarebbero delle calunnie, ma la maggior parte di questi post non sarebbe stata rimossa perché non sarebbero contrari alle regole del social media.
Facebook d’altronde aveva già dichiarato di non voler comunque cambiare la propria policy interna rispetto ai commenti. Ma il governo tedesco sembrava deciso a voler attuare, anche nel caso del web, la legge che punisce con una condanna che può arrivare a un massimo di tre anni di detenzione i commenti pubblici che incitano alla violenza contro un particolare gruppo su base etnica o religiosa.
Puoi agire anche tu contro i discorsi di odio. Firma la petizione Giornalisti e lettori contro i discorsi di odio qui.
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