Media e diversità. Ansi e Cospe unite per il riconoscimento dei direttori stranieri, chiedono l’abrogazione Legge sulla Stampa
Ansi e Cospe hanno incontrato il capo dell’Ufficio legislativo del ministero della Giustizia, Domenico Carcano, chiedendo l’abrogazione dell’articolo 3 della legge sulla Stampa n. 47/48, nella parte in cui richiede che il direttore responsabile di una testata possa essere solo un cittadino italiano. «Chiediamo l’abrogazione per non dover ogni volta avviare un ricorso, di tribunale in tribunale – spiega Paula Baudet Vivanco, segretaria nazionale dell’Associazione nazionale Stampa interculturale – come risposta al rifiuto di registrazione basato sull’anacronistica discriminazione di una legge così importante».
Pochi mesi fa, infatti, a seguito della richiesta formulata dal Consiglio nazionale dei giornalisti, il ministero della Giustizia diffondeva un parere nel quale riconosceva che tale norma doveva essere considerata “abrogata per incompatibilità con il d.lgs. 286/98”, ossia il Testo unico sull’immigrazione che attribuisce gli stessi diritti civili a cittadini italiani (o dell’Unione europea) e stranieri, purché regolarmente residenti in Italia. Tuttavia il parere ministeriale, non vincolante per le aule giudiziarie, ha dimostrato presto di non poter risolvere il problema: a giugno la domanda di registrazione della testata «Prospettive altre» con direttore responsabile la giornalista di origini peruviane Domenica Canchano è stata respinta dal Tribunale di Torino.
L’Ansi, affiancata da Cospe, è tornata quindi a chiedere al ministero l’eliminazione della parte ormai obsoleta della legge 47/48, citando anche la bozza di disegno di legge contro le norme discriminatorie di cui era stata promotrice Cécile Kyenge nel gennaio 2014. «Per noi rappresenta un esempio di percorso di abrogazione – aggiunge Paula Baudet Vivanco – Faccio riferimento all’articolo 11 della bozza, nel quale si chiedeva di abrogare quella norma. Questa necessità era emersa da un incontro che Ansi aveva avuto con la Kyenge».
Alla richiesta di Ansi e Cospe l’Ufficio legislativo del ministero della Giustizia ha risposto che prenderà in esame il percorso di abrogazione e studierà eventuali altre proposte di modifica su temi simili, per capire come intervenire.