Partire dal linguaggio giornalistico per aiutare il cambiamento culturale e fare dell’Italia un paese per donne e per uomini. Nasce con questo intento la guida Donne Grammatica e media, presentata l’11 luglio alla Camera dei Deputati, dalle autrici Cecilia Robustelli e Maria Teresa Manuelli. La prima docente di linguistica italiana all’università di Modena e Reggio e la seconda giornalista del Sole 24 Ore e attivista dell’associazione GiULiA (Giornaliste Unite Libere Autonome), editore della pubblicazione in collaborazione con FNSI, INPGI, Ordine del Lazio e della Lombardia. La discriminazione di genere ancora oggi vede l’Italia al 71° posto nella classifica che misura il divario di opportunità tra uomini e donne dai dati del rapporto 2013 Gender Gap del World Economic Forum. Anche i media continuano a trasmettere l’immagine di una società costruita al maschile, rendendo invisibili le donne che arrivano a posizioni apicali nelle varie professioni e mostrando forti resistenze verso l’adozione del genere femminile per i nomi professionali e istituzionali “alti”. Sergio Lepri, storico ex direttore dell’ANSA ricorda e la scelta di nominare la presidente Jotti e non il Presidente Jotti così come la senatrice Agnelli nonostante la sua rivendicazione a essere chiamata il senatore. “Vidi l’ANSA uno strumento efficace per contribuire alla crescita civile della società” afferma Lepri nell’intervista contenuta nella Guida “la lingua non è soltanto una somma di parole; ogni parola è storia e ogni parola è, nel nostro inconscio mentale, un tesoro di concetti e di comportamenti” Ecco perché secondo GiULiA la correttezza del linguaggio e di quello giornalistico in particolare riveste tanta importanza. Perché passa anche dalla correttezza del linguaggio la lotta alle discriminazioni di genere verso quel cambiamento culturale che ci farà risalire – speriamo – nella classifica degli stati che offrono pari opportunità reale a donne e uomini. “Non è giusto che donne che svolgono un ruolo non debbano avere un riconoscimento di genere anche nelle parole che le definiscono” ha detto la presidente Laura Boldrini nel suo breve intervento. Anche la presidente onoraria dell’Accademia della Crusca – Nicoletta Maraschio – che ha curato la prefazione della guida ha ribadito come “Il nuovo ruolo sociale, culturale e politico della donna implica trasformazioni linguistiche profonde che richiedono tempo. Credo tuttavia sia molto importante che soggetti diversi si uniscano per stimolare una più diffusa consapevolezza dell’opportunità che anche l’italiano si muova verso un progressivo adeguamento alla realtà presente.” La Guida contiene proposte operative e un vocabolario delle professioni e delle cariche coniugate al femminile. Perché – come ci ricordano giustamente le colleghe – il femminile esiste basta usarlo.
Anna Meli
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