Ci segnalano un articolo pubblicato oggi sull‘Huffington Post. In particolare questo passaggio:
“…Matteo Renzi risponde alle domande sugli arresti legati agli appalti per Expo 2015 dopo la visita all’Ansaldo Energia di Genova. Non una parola di più. E non una parola sull’altro arresto eclatante di oggi: quello del forzista Claudio Scajola, in manette per l’inchiesta della Direzione Antimafia sulla latitanza dell’ex deputato di Forza Italia, Antonio Matacena, calabrese, condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa”.
Sì, il problema è analogo a quello che abbiamo segnalato di recente a proposito dei servizi di Tg1 e Tg2 sull’arresto della donna che a Somma Lombardo è stata arrestata con l’accusa di aver ucciso il marito: la sottolineatura della provenienza regionale. In entrambi i casi, calabrese.
Sappiamo bene che, quanto al linguaggio discriminatorio, ci sono ben altri problemi. Ma in effetti sorprendono questi ricorrenti anacronismi xenofobi. La sottolineatura della provenienza regionale in relazione al reato (mafia=siciliano, sequestri di persona=sardo, ndrangheta=calabrese) era una pratica molto diffusa prima dell’arrivo degli immigrati. I quali, come abbiamo spesso sottolineato, hanno in un certo senso “preso il posto” dei meridionali.
Oggi, ogni tanto, viene riproposta. Anche da organi di informazione molto attenti e scrupolosi. Una ragione in più per segnalarla. E per rifletterci.