È firmato da Paolo Stasolla e Valentina Loiero, rispettivamente presidenti dell’Associazione 21 luglio e dell’Associazione Carta di Roma, un esposto consegnato a dicembre che chiede all’Ordine dei giornalisti della Lombardia di procedere contro Serena Coppetti, giornalista de Il Giornale per tre articoli riguardanti la popolazione rom di Milano pubblicati tra luglio e novembre 2012.
Questi i titoli dei pezzi nel mirino delle associazioni: «Prima occupano, poi comprano i terreni e costruiscono», «Non bastano le case riservate Ai rom anche un lavoro sicuro», «Dopo le agevolazioni per la casa anche un lavoro sicuro per i rom».
Le associazioni evidenziano come «la diffusione di questi articoli trasmette, in maniera irresponsabile e in netto contrasto con i principi sanciti nella Carta di Roma, un’immagine criminosa di un intero gruppo di persone ed ha un alto potenziale lesivo della dignità delle persone sinte e rom». Le organizzazioni concordano nel ritenere che «la giornalista dà ampio e acritico spazio a dichiarazioni violente, di carattere congetturale e generalizzante, contribuendo in questo modo alla diffusione di un clima di allarme sociale e di ostilità basato su ipotesi e pregiudizi». Gli articoli in questione, infatti, farebbero «largo uso di termini apertamente dispregiativi, operando una distinzione/contrapposizione strumentale e fuorviante tra cittadini e rom».
Carta di Roma e 21 luglio chiedono quindi all’Ordine di verificare illeciti deontologici a carico della loro iscritta, con particolare riferimento, all’art 9 del Codice deontologico relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica (ai sensi dell’art 25 della legge 31 dicembre 1996, n.675), alla Carta dei doveri del Giornalista, con particolare riguardo al dovere di non discriminazione e rispetto nei confronti di soggetti deboli, alla Carta di Roma e alle Linee guida per la sua applicazione, con particolare riferimento alla sezione “Rom e Sinti”e che gli articoli qui esposti siano da voi esaminati anche alla luce della legislazione in materia di istigazione alla violenza, di antidiscriminazione e/o qualunque altra violazione che sarà ritenuta riscontrabile, procedendo, nell’eventualità, disciplinarmente nei confronti della stessa.