Site icon Associazione Carta di Roma

Estremismo, moderazione e “la prof razzista”

I post di insulti della professoressa su Facebook sono un segnale di una questione più strutturata e che si articola su estremismo, moderazione e fondamentalismo

Da Giovanni Picker, ricercatore alla Scuola di Politiche Sociali dell’Università di Birmingham, in Inghilterra, e coordinatore per l’Europa Orientale e la Russia della Summer School on Black Europe, riceviamo e volentieri pubblichiamo Estremismo, moderazione e “la prof razzista”

Estremismo, moderazione e “la prof razzista”

Venerdì 21 ottobre 2016 quasi tutti i quotidiani nazionali riportano in prima pagina che una professoressa di un liceo veneziano ha postato su Facebook insulti a persone di religione islamica. Le frasi-invettive, brevi e non articolate, sono rivolte a profughi e fedeli musulmani, parlano di “invasione”, e si augurano eliminazione e morte. La notizia corre veloce, anche alle civette delle edicole veneziane, e due giorni dopo Le Iene le dedicano la prima serata. L’eco dello scandalo. La prof, questa la convinzione condivisa, ha idee razziste: teniamola lontana dai ragazzi. Se letta nel contesto dei correnti attacchi islamofobi in Europa, questa vicenda fa riflettere. Non per le condanne accorate che le frasi in questione hanno ricevuto, né per l’interrogazione parlamentare ad esse seguita, ma per lo scalpore che molte altre espressioni, verbali e non, e ben più potenti contro richiedenti asilo e fedeli musulmani, non suscitano. In altre parole, la reazione di massa, politica e mediatica, contro alcune frasi sporadiche razziste appare piuttosto goffa a fronte del razzismo strutturale, sistematico e quotidiano, nei confronti di nuovi arrivati (e chi cerca di arrivare) dal sud globale. La vicenda della professoressa, è il punto di questo articolo, non è il problema ma un suo segnale.

I post, ora rimossi dal profilo Facebook, della professoressa

Si penserà che le reazioni estreme alle frasi razziste sono giustificate dall’estremismo di quelle frasi. Parole come “invasione”, usata dalla prof., richiamano infatti i discorsi della Lega Nord, già quelli dei primi anni ‘90 del secolo scorso, nonché quelli dell’alleato Nigel Farage (UKIP), forieri del recente successo di Brexit. In generale, i discorsi che tendono a vedere nell’Islam una minaccia, più o meno pericolosa, vengono definiti “estremisti”. Cos’è esattamente l’estremismo? Una sua prima definizione può essere “Atteggiamento di chi segue o propugna idee, tendenze e metodi intransigenti ed estremi, specialmente in politica”. Uno degli assunti delle tesi “estremiste” nei confronti dell’Islam, per esempio, è che esso non è compatibile con valori che vengono attribuiti all’“occidente” (si vedano i vari interventi al Convegno dei partiti euroscettici, Milano, gennaio 2016).

Quindi, si può concludere, chi non ha idee, tendenze e metodi intransigenti è “moderato”. Un atteggiamento moderato, infatti, non considera alcuna religione o cultura come incompatibile, e ancora meno come una minaccia, neanche potenziale. Dall’inizio degli anni ’90, la politica moderata, e per estensione la sua relativa attitudine, è diventata prevalente – invece di “destra” e “sinistra”, si preferisce parlare di “centro-destra” e “centro-sinistra”, le due aree maggioritarie in pressoché tutte le democrazie. Se però, da un lato, a contrapporsi alla “moderazione” vi è “estremismo”, dall’altro vi è anche una seconda contrapposizione, uguale e contraria – il “fondamentalismo”, l’invitato d’onore, sembrerebbe, a quasi tutte le discussioni pubbliche su Islam (e l’immancabile assente, al contempo, in tema di religioni cristiane). Se consideriamo l’attitudine moderata come norma, possiamo identificare alcune linee di opposizione tra estremismo (politico) e fondamentalismo (religioso – islamico), come definite dal senso comune:

 

Estremismo  

 

 

 

 

 

Moderazione

 

 

 

 

 

 

Fondamentalismo
Politica Religione (sempre solo islamica)
Ignoranza Barbarie
Democratico Anti-democratico
Familiare

 

(parole chiave: “il/legalità”; “identità”; “comunità”; “difesa”)

Non familiare

 

(parole chiave: “martirio”; “eternità”; “guerra santa”; “manipolazione”)

Questo schema approssimativo e semplificato, per quanto apparentemente chiaro, esprime una delle maggiori ambivalenze nei dibattiti prevalenti su politica e Islam. Infatti, possiamo ragionevolmente pensare che “moderazione” condivida molto di più con “estremismo” che con “fondamentalismo” – tra tutte le caratteristiche, democrazia e familiarità (parole come “legalità” o “comunità” fanno parte anche di un’attitudine e di una tradizione moderata. Per estensione, quindi, se da un lato è corretto vedere un nesso tra le frasi razziste della prof. e i discorsi della Lega o di Farage, non è fuorviante chiedersi se una connessione ci sia tra quelle frasi e le politiche “moderate”, come quelle dei governi italiani, sia di “centro-sinistra” che di “centro-sinistra”.

L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM) ha mostrato che dal 2000 al 2014 circa 22.400 persone sono morte cercando di raggiungere le coste italiane dal nord Africa. Le loro storie individuali e collettive non vengono quasi mai raccontate (neanche in documentari che ottengono prestigiosi riconoscimenti internazionali in Europa). Ma il dato oggettivo rimane: esiste un Mediterraneo nero, di cadaveri provenienti da paesi la cui popolazione segue a maggioranza (ufficialmente) la religione islamica, e che portano nella propria storia recente il retaggio pesante, determinante, del lungo dominio coloniale europeo. Di fronte, trovano una politica democratica e soprattutto non ignorante, che si relaziona a loro in un modo particolare. Si tratta di una politica che – almeno dalla legge Bossi Fini – ha sdoganato un atteggiamento nei loro confronti tale da rendere le frasi della prof., purtroppo, comprensibili. Nonostante le promesse di abolire la legge in questione, l’attuale governo sembra preferire mosse tecniche a livello europeo. Quelle frasi sono solo apparentemente aliene, quindi: fanno parte di un’attitudine che ormai – leggendo le notizie sul canale di Sicilia – richiama chiaramente il concetto di razzismo strutturale, sistematico e “moderato”. Forse è questo il problema serio, più della “prof. razzista”.

Giovanni Picker (twitter: @giopicker)

Exit mobile version