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Firenze: nove mesi l’attesa minima per presentare domanda di cittadinanza

La Prefettura del capoluogo toscano lamenta carenza di personale e un incremento delle domande: così per prendere un appuntamento bisogna aspettare almeno fino a giugno 2015. “L’attesa? È anche nell’interesse di chi presenta la richiesta” dice una dirigente. Il racconto a G2 Parlamenta di Maria Anna Abbondanza, legale di Pontedera

A cura di G2 Parlamenta – Rete G2 Seconde Generazioni

 

Giugno 2015, nove mesi. Tanto, al momento, è l’attesa minima necessaria per presentare la domanda di concessione della cittadinanza italiana a Firenze, dove la situazione si conferma estremamente critica. Già alcuni mesi fa, infatti, un cittadino di origine indiana aveva denunciato, attraverso l’Aduc, gli incredibili tempi di attesa nella Prefettura del capoluogo toscano. Ora arriva una nuova conferma e riusciamo anche a capirne qualcosa in più, grazie al racconto della dottoressa Maria Anna Abbondanza, avvocata specializzata in tutela dei diritti fondamentali e socia Asgi, che delinea un quadro ben preciso della situazione, intervistata da G2 Parlamenta, l’iniziativa di Rete G2, nata per raccontare il dibattito attorno alla cittadinanza: «Ho parlato con una dirigente della Prefettura, mi ha detto che c’è stato un forte incremento delle richieste e che le risorse umane sono poche. Dunque, in accordo con il Prefetto, hanno deciso di non prendere più appuntamenti fino a giugno 2015», spiega l’avvocata. Parlando di nove mesi, in realtà, pecchiamo di ottimismo perché l’attesa rischia di essere molto più lunga: bisognerà, infatti, essere pronti e fortunati per riuscire ad avere “udienza” in Prefettura non appena verrà data nuovamente la possibilità di prendere un appuntamento. E non è tutto perché «la dirigente – racconta l’avvocata Abbondanza – mi ha spiegato che i tempi di attesa sono dovuti soprattutto al meticoloso lavoro di esame delle istanze, che si compie anche nell’interesse di chi presenta la domanda di cittadinanza perché, laddove fosse inoltrata al Ministero dell’Interno incompleta in qualche sua parte, il Viminale potrebbe bocciare la richiesta». Quindi, sostanzialmente, l’attesa di nove mesi, prima di provare ad ottenere un appuntamento, sarebbe anche nell’interesse di colui che richiede la cittadinanza, che invece, in questa vicenda, ha tutto da perdere: «I documenti, che vengono ottenuti dal proprio paese di origine con grande fatica di tempo e impiego di risorse economiche, durano sei mesi, dopodiché bisogna riprodurli nuovamente», spiega Maria Anna Abbondanza. È a questo punto, dunque, che la Prefettura “viene incontro” a chi presenta la domanda con una soluzione che lascia quanto meno perplessi: «La dirigente – rivela il legale – ha detto che, vista la situazione, ci sarà tolleranza verso chi ha presentato documenti che non sono scaduti da troppo tempo». Questo rende tutto assolutamente soggettivo: di che tempi stiamo parlando, da cosa dipenderà questa “tolleranza”? La situazione è talmente incredibile che Maria Anna Abbondanza fatica anche a farsi credere dai suoi assistiti: «Devo andare su internet e far vedere loro la situazione, perché altrimenti sembra che siamo noi a non avere voglia di andare in Prefettura». Potete, infatti, constatare anche voi quale sia la situazione sul sito della Prefettura di Firenze: da oggi fino a giugno 2015 è tutto un insieme di caselle rosse (appuntamenti non disponibili) e grigie (sportello chiuso). Di verde (che definirlo speranza in questo caso sarebbe quanto mai indicato), ovvero appuntamenti disponibili, neanche l’ombra. Perché poi è quella l’unica speranza: che qualcuno non solo abbia rinunciato, ma lo abbia anche comunicato per tempo alla Prefettura, in modo da liberare una casella magica. Un po’ come provare a prenotare una radiografia e trovare posto il giorno dopo, in un ospedale che si ritiene all’altezza o vicino casa: le possibilità rasentano lo zero. Cosa fare dunque? «Gli strumenti per opporsi sono dispendiosi – ammette la dottoressa Abbondanza – ci si può avvalere di un legale e valutare la strategia giudiziaria, ma si tratta di un costo difficilmente sopportabile per chi magari fa già molti sacrifici, soprattutto perché dovrebbe trattarsi di un diritto acquisito». La tempistica della Prefettura di Firenze rappresenta dunque un caso, se non unico, comunque molto raro all’interno del panorama nazionale, tanto che la sezione locale dell’Asgi valuterà in tempi brevi quali azioni intraprendere per far fronte alla situazione. La scorsa settimana il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, intervenendo al question time alla Camera, sui ritardi nell’iter di concessione della cittadinanza, ha annunciato l’invio, a ottobre, di trenta persone destinate agli uffici centrali, proprio per velocizzare l’esame di questo tipo di istanze. Ci permettiamo di consigliare al titolare del Viminale di inviare personale anche a Firenze.

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