A young Afghan boy and other new arrivals transiting through Turkey, disembark from a boat in the Greek island of Lesvos.
Tra le ragioni a sostegno dell’accordo tra la Turchia e l’Unione europea vi era stata anche quella di ridurre il flusso di migranti e richiedenti asilo verso la Grecia. L’impatto è stato quello atteso dalle istituzioni comunitarie?
Secondo Thomas Spijkerboer, professore di legge delle migrazioni alla Vrije Universiteit di Amsterdam, non c’è una chiara relazione tra l’accordo stipulato e il cambiamento del numero di migranti che attraverso l’Egeo dalla Turchia verso la Grecia.
Arrivi mensili nelle isole greche, gennaio 2016 – agosto 2015 (Fonte: UNHCR: Comparison of monthly Mediterranean sea arrivals to Greece)
«I dati mostrano un trend stabilmente tendente alla diminuzione, negli arrivi sulle isole greche, da ottobre 2015. Questo trend precede l’accordo con la Turchia, le analisi statistiche mostrano che l’accordo non ha alcuna relazione dimostrabile con la diminuzione del flusso».
I dati di Unhcr sul numero degli arrivi giornalieri sulle isole greche nella figura 1 indica un picco di 221,374 a ottobre 2015, in seguito i numeri degli arrivi sono diminuiti regolarmente. L’accordo, entrato in vigore solo nel mese di aprile, avrebbe quindi avuto un impatto sugli arrivi, andando tuttavia a sovrapporsi a una tendenza che vedeva il flusso ridursi gradualmente.
È l’espressione che, in qualche modo, rappresenta la decisione tedesca di “sospendere” Dublino e aprire i confini, per i siriani, diventati il più ampio gruppo di rifugiati che arrivano in Europa.
Il numero di migranti aumentò rapidamente nell’estate 2015. Su Limes online, Francesca Polistina ha evidenziato che «in maniera inaspettata, ma con l’appoggio dall’opinione pubblica del momento, la cancelliera Angela Merkel decide di aprire le porte ai migranti provenienti soprattutto da Siria, Iraq e Afghanistan. In una conferenza stampa, pronuncia quello che sarebbe diventato il suo slogan più celebre: “Wir schaffen das“, ce la faremo».
Distribuzione dei richiedenti asilo tra la Germania e gli altri paesi dell’Unione Europea. Gennaio 2015 – giugno 2016 (Fonte: Eurostat: Asylum and first time applications by citizenship, age and sex, Monthly data)
Il grafico mostra una decrescita nelle richieste d’asilo tra marzo 2015 e agosto 2015 e un aumento nel 2016. Tuttavia, conclude Spijkerboer, «è improbabile che la decisione di sospendere Dublino possa aver influenzato il numero di richiedenti asilo e rifugiati siriani in Europa, pur essendo innegabile che il “ce la faremo” abbia contribuito affinché i richiedenti asilo scegliessero la Germania piuttosto che altri paesi europei come stati di destinazione».
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