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“Ghetto Italia”. A Nardò si discute del libro-inchiesta sullo sfruttamento nei campi

Caporalato e condizioni lavorative al centro del lavoro realizzato da Leonardo Palmisano e Yvan Sagnet

Di Cronache di Ordinario Razzismo

Il circolo Arci Nardò Centrale ospiterà nuovamente un tema di discussione acceso e urgente come quello dello sfruttamento del lavoro e delle dinamiche sociali nella vita di ghetto, con la presentazione del libro d’inchiesta scritto da Leonardo Palmisano e Yvan Sagnet “GHETTO ITALIA. I braccianti stranieri tra caporalato e sfruttamento”. L’appuntamento è per domenica 24 gennaio alle ore 21.

La presentazione lascerà spazio al dibattito e al confronto moderato dal giornalista di Piazza Salento, Alessio Giaffreda, e dall’associazione Diritti a Sud.
Leonardo Palmisano, etnografo e scrittore, insegna Sociologia Urbana al Politecnico di Bari. Sceneggiatore e attualmente redattore per www.sulromanzo.it.

Yvan Sagnet arriva in Italia nel 2007 con un visto di studio. Si iscrive al Politecnico di Torino dove consegna la Laurea in Ingegneria delle Telecomunicazione nel marzo 2013. Yvan è stato il leader delprimo sciopero dei braccianti stranieri in Italia durato circa un mese nell’estate del 2011 nelle campagne di Nardò in provincia di Lecce. Grazie anche a quello sciopero sostenuto dalle associazioni, dalla Flai e dalla Cgil è stato introdotto nell’ordinamento giuridico italiano il reato penale di caporalato.

Ghetto Italia (FandangoLibri) è una narrazione dall’interno del sistema dei ghetti dei bracciantistranieri in Italia. Affronta il tema del lavoro, del caporalato, dello sfruttamento tendendo l’orecchio alle parole dei braccianti e di chi sta dentro la filiera della raccolta. Il punto di vista degli autori si confronta con quello dei braccianti stranieri, durante il percorso che Sagnet e Palmisano fanno da sud,dalla Puglia, fino al Piemonte e alla Lombardia. Enormi sono i guadagni che il sistema riesce ad accumulare offrendo servizi a pagamento. Prevalentemente, il trasporto, il cibo e un posto letto in una baracca o in un’altra sistemazione sporca e indecente. L’incancrenirsi di una condizione più o meno nota alle istituzioni sta producendo un radicamento del fenomeno senza precedenti, con un incremento dei guadagni illeciti ed un peggioramento delle condizioni di vita dei braccianti. Siamo dentro una forma di esclusione sociale, di apartheid in aperta campagna, di negazione dei diritti alla salute, a un salario decente, al cibo e all’igiene. I ghetti sono slum occidentali, luoghi dove la persona è confiscata, nascosta alla vista della cittadinanza.

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