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Giornali terrorizzano le persone al grido di “Allah Akbar”

Carta di Roma ha intervistato una testimone oculare dell’attacco del 5 maggio su tre persone a l’Aia: “Nessuno ha gridato Allah Akbar

di Sabika Shah Povia

Tre persone sono state ferite da un uomo armato di un coltello a l’Aia, in Olanda, vicino alla stazione.
Secondo le prime ricostruzioni dei media italiani, l’uomo avrebbe gridato “Allah Akbar” mentre tentava di accoltellare i passanti. Le forze dell’ordine olandesi però hanno però smentito la possibilità che si potesse trattare di un attacco terroristico. L’aggressore era infatti già noto alle forze dell’ordine perché soffre di disturbi psichici. Laura Lepri, 19 anni e originaria di Roma , studia e vive a l’Aia ed era a qualche metro dall’aggressore quando quest’ultimo ha tirato fuori il coltello e iniziato ad aggredire le persone. Carta di Roma l’ha intervistata per fare chiarezza.

Che cosa è successo esattamente?

“Era la festa della liberazione e c’era tanta gente per strada. Io e mia madre eravamo sedute su una panchina quando un uomo ci è passato davanti. A qualche metro di distanza da noi ha tirato fuori un coltello e si lanciato contro un passante in bicicletta”.

Ti sei spaventata?

“All’inizio non ho realizzato cosa stesse accadendo. Mi sembrava una rissa tra due conoscenti, ma ho comunque trovato opportuno avvisare la polizia”.

Hai sentito l’uomo gridare Allah Akbar?

“L’uomo non ha mai gridato Allah Akbar. Era così vicino a me e mia madre che se avesse detto qualsiasi cosa lo avremmo sentito. Le uniche grida che si son sentite erano quelle delle tre vittime”.

Ma l’attentatore era musulmano?

“Aveva uno di quei piccoli copricapo bianchi che spesso indossano gli uomini musulmani per pregare. Credo di sì”.

Cosa hai pensato quando hai letto della notizia sui giornali?

“In Italia molti giornali nazionali hanno riportato la notizia includendo il dettaglio sul grido “Allah Akbar” nel titolo. Un dettaglio che non è neanche stato confermato. Scegliendo però di omettere invece il fattore del disturbo psichico, confermato dalla stessa polizia olandese. Mi sembra un atteggiamento poco professionale”.

I giornali olandesi hanno raccontato l’avvenuto in maniera differente?

“I giornali in Olanda non associano quasi mai questi atti al cosiddetto “terrorismo islamico” se non dopo una lunga e accurata analisi dei fatti e dopo le prove necessarie fornite dalle indagini. Si è parlato principalmente di uno squilibrato che ha accoltellato tre persone”.

Qual’è la cosa che più ti ha colpita di questa vicenda?

“Mi ha dato fastidio che i giornali italiani abbiano contribuito a diffondere ulteriormente un’islamofobia già troppo presente nel nostro Paese, e non solo. Sull’Islam ci sono molti pregiudizi e i musulmani vengono spesso visti come pericolosi. In questo caso non era importante specificare la religione o l’etnia dell’aggressore, che tra l’altro è un uomo di 31 anni dell’Aia. È come se i giornali facessero a gara a chi riesce a dare la notizia sensazionalistica per primo, anche senza alcuna prova e senza importarsi delle conseguenze che potrebbe avere sulle persone. Sembra lo facciano solo per i click, ma diffondere questo tipo di razzismo non aiuta nessuno”.

Intervista realizzata con il supporto di

 

 

 

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