Traguardo decisivo per i giornalisti di origine straniera. Domenica Canchano alla guida di CartadiRoma.org, a stabilirlo il Tribunale di Roma
Una giornalista di cittadinanza non-comunitaria per la prima volta alla guida di un periodico italiano: a stabilirlo è il Tribunale di Roma, che, accogliendo la domanda di registrazione come periodico online del sito Carta di Roma, accetta la nomina della collega di origini peruviane Domenica Canchano a direttore responsabile.
«In questo lungo percorso per arrivare finalmente alla registrazione di una testata giornalistica da parte di un giornalista non comunitario, ho avuto la fortuna di conoscere Anwar, Titina, Erika e tanti altri colleghe e colleghi giornalisti con passaporto straniero che lavoravano per testate italiane. E sono sicura che come loro, sono molti altri ancora quelli che in questi anni hanno dovuto chiudere in un cassetto le loro ambizioni per quel comma all’interno dell’articolo 3 della Legge sulla Stampa (47/1948.), nel quale si richiede che il direttore responsabile di una testata debba essere solo un cittadino italiano», commenta Canchano, tra i fondatori di Ansi, il gruppo di specializzazione dell’FNSI creato da giornalisti di origine straniera che lavorano per testate italiane. «Quattro anni dopo il primo tentativo – prosegue – la buona notizia arriva dal Tribunale di Roma che ha accolto la domanda di registrazione del sito dell’Associazione Carta di Roma. La nostra azione – condivisa con il gruppo Ansi, e l’associazione Carta di Roma – ha avuto un passaggio cruciale a fine giugno, quando abbiamo depositato la registrazione del sito: una scelta dettata dal fatto che, nonostante il parere del ministero della Giustizia, i tribunali hanno continuato ad applicare la legge 47/1948».
Una legge, la 47/1948, dove si evidenzia “una discriminazione indiretta nei confronti degli stranieri extracomunitari là dove richiede il requisito della cittadinanza italiana per il direttore responsabile di ogni giornale o altro periodico”, secondo il parere espresso nel 2011 dall’Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) su richiesta di Ansi e primo importante passo in questa battaglia. Nel 2014 interviene, su sollecito dell’Ordine dei Giornalisti, il ministero della Giustizia, con un parere nel quale afferma che “anche un cittadino extracomunitario regolarmente soggiornante sul territorio italiano può legittimamente diventare direttore responsabile di un giornale o altro periodico”. Nonostante questo, pochi mesi dopo il Tribunale di Torino nega all’associazione di giornalisti di origine straniera la possibilità di registrare una testata con Domenica Canchano direttore responsabile.
«Oggi il giorno tanto atteso, uno spartiacque fra il “prima” e il “dopo”. Ora i nostri colleghi non comunitari che intendono registrare una testata avranno più facilità a superare la discriminazione della legge sulla Stampa proprio grazie alla vittoria firmata da noi dell’Ansi e da Carta di Roma, evitando sempre più di ricorrere alla sola disponibilità dei colleghi italiani (a volte dietro compenso) e affermando semplicemente il diritto alla responsabilità dell’informazione anche da parte dei giornalisti di passaporto straniero», conclude Canchano.
«La notizia è importante anche perché, nel caso di specie, rileva il fondamentale diritto alla libertà di espressione in capo ad ogni individuo. Diritto che il Patto internazionale sui diritti civili e politici”di New York del 1966 (art. 19) enuncia come comprendente “la libertà di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee di ogni genere, senza riguardo a frontiere, oralmente, per iscritto, attraverso la stampa, in forma artistica o attraverso qualsiasi altro mezzo di sua scelta» afferma l’avvocato Francesco Di Pietro di Asgi (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione).
L’esempio e la determinazione della collega e neo-direttrice Domenica Canchano, arriva in un momento importante per tanti figli e figlie di immigrati poiché proprio questa settimana la Commissione Affari costituzionali della Camera ha approvato il testo di riforma della legge sulla cittadinanza, che arriverà in aula in autunno. Intanto, da oggi per questi giovani si abbatte una barriera anacronistica e ingiusta che prevedeva la possibilità di iscriversi all’albo professionale alle stesse condizioni dei cittadini con passaporto italiano, ma non di aspirare alla direzione di una testata. Da oggi la libertà di stampa diventa un diritto e non solo un principio anche per gli immigrati e i loro figli.