“Ritorniamo sui fatti di Gorino, perché secondo noi su quello che è successo non bisogna mollare la presa”
Razzismo, esasperazione, paura. Sono diverse le chiavi di lettura date dalla stampa, da personaggi di pubblico rilievo e dalle autorità di quanto accaduto a Gorino.
Nella frazione di Goro, piccolo comune in provincia di Ferrara, il 24 ottobre parte dei residenti ha formato una barricata per impedire l’accesso dei mezzi che trasportavano un gruppo di richiedenti asilo: 12 donne e 8 bambini che avrebbero dovuto essere ospitati dall’ostello locale, di proprietà della Provincia, su disposizione della prefettura. Il fallimento dei tentativi di mediazione con gli abitanti del paesino sul delta del Po, hanno spinto le autorità a cambiare la destinazione di donne e bambini, che infine hanno trovato sistemazione in altre strutture dell’area.
Nei giorni successivi il dibattito pubblico sull’episodio è stato intenso, volto ad analizzare le ragioni dietro a una tale reazione.
Valigia Blu – blog collettivo di giornalisti – è tornato sui fatti, mettendo in evidenza alcuni elementi che sarebbero essenziali per la comprensione di quanto accaduto o per lo sviluppo di un’analisi non superficiale.
Barricata a Gorino: cosa è bene tenere a mente
Di seguito i quattro elementi evidenziati da Valigia Blu:
- Un servizio di La7 Piazza Pulita riporta una parte delle voci della protesta che ha portato alle barricate. E si capisce che il problema non era proprio “non ci hanno avvisato. dovevano coinvolgerci…”. Una delle leader delle barricate, la signora Elena 70 anni dice: “Alfano ha tutti gli appartamenti di lusso e dice (a noi) siete incivili. E che li prenda lui. Meglio incivili che avere le scimmie”. Qui il servizio di La7: https://goo.gl/ZgVzua
- A nostro avviso il premier ha fatto un grave errore quando ha parlato di “stanchezza” da parte della popolazione. Consigliamo la lettura di questo post di Mario Tedeschini-Lalli un punto fermo. Abbiamo bisogno dopo i fatti di Gorino, di stabilire un punto fermo, di prendere posizione: “Comprendere, analizzare e discutere sono cose essenziali, ma da fare a valle di un giudizio netto e preciso: ciò che è accaduto — qualunque siano le ragioni per le quali è accaduto — è assolutamente inaccettabile…”. Questa situazione definisce chi siamo e chi saremo. Qui la riflessione di Tedeschi-Lalli: https://goo.gl/YxHqYj
- Il sindaco di Montegrotto ha preso una posizione netta (questo deve fare la politica). Alcune mamme, alla notizia che sarebbero arrivati alcuni migranti, si organizzano contro l’accoglienza al grido: portano le malattie. Il sindaco parla chiaro: “Faccio il sindaco da giugno e nel mio Comune non ci sono ancora profughi ospitati. Ma la mia convinzione è che se l’accoglienza viene fatta un po’ da tutti, allora i problemi si risolvono. Per questo ho deciso di fare un lavoro di mediazione con i cittadini, per prepararci a questo momento. Un lavoro che non è sempre facile: ho dovuto ad esempio affrontare alcune mamme, impegnate a diffondere la voce che se arriveranno i profughi ci saranno contaminazioni di Aids. A loro ho fatto pervenire una lettera di diffida, avvisandole che se avessero proseguito le avrei denunciate per procurato allarme. Io la penso così: Montegrotto può ospitare 15 persone? Bene, noi lo facciamo”. Da leggere la sua intervista qui https://goo.gl/t60d4u e qui https://goo.gl/gus4ga. Qui Claudia Torrisi smonta il mito dei migranti che portano malattie.
- A Milano all’annuncio che arriveranno 130 migranti da ospitare per 14 mesi nella caserma di Montello, un comitato di cittadini organizza una grande festa in piazza di benvenuto che si terrà il 1 novembre. Salvini e Casa Pound si stanno mobilitando per organizzare una contro-manifestazione sperando di ripetere l’effetto Gorino. Quello che non dovremmo permettere a questa gente è cavalcare e manipolare la paura. C’è bisogno di impegno, condivisione, confronto. Non bisogna mollare. Bisogna essere vigili e mantenere fermi principi di umanità e accoglienza. Pretendere dalla politica una posizione chiara, senza ambiguità e una gestione chiara, trasparente e professionale dell’accoglienza.