«Riconnettere la politica, e la sua rappresentazione mediatica, alla realtà è fondamentale, soprattutto in un’epoca segnata da quella che viene definita “post-verità”», ha detto la seconda carica dello Stato aprendo il Festival della comunicazione di Camogli
A cura di Fnsi
«L’estate appena finita è stata dominata dalla cronaca: migranti, sgomberi, proteste dei sindaci e dei cittadini all’idea di accogliere anche solo minori non accompagnati. Anche su questi temi, purtroppo, la contesa politica e la rappresentazione mediatica è spesso fatta di allarmismi, generalizzazioni, provocazioni, e raramente guarda al fenomeno nel suo insieme, alimentando una paura sproporzionata rispetto ai dati».
Recita così un passaggio dell’intervento del presidente del Senato, Pietro Grasso, al festival della comunicazione di Camogli che ha aperto i battenti oggi (qui il testo integrale della lectio magistralis dal titolo “Le connessioni della politica”).
«Oggi – ha detto la seconda carica dello Stato – siamo più sicuri di un anno fa, molto più di dieci anni fa, ma la paura aumenta. Un ultimo dato che mi ha molto impressionato: da una ricerca del 2015 risulta che gli italiani hanno la percezione che la percentuale di stranieri presenti nel nostro paese sia il 26% della popolazione, mentre è circa l’8% tra stranieri comunitari ed extracomunitari».
Da qui l’appello del presidente Grasso: «Riconnettere la politica, e la sua rappresentazione mediatica, alla realtà è fondamentale, soprattutto in un’epoca segnata da quella che viene definita “post-verità”, ovvero l’arretramento dei fatti e dei dati reali a favore di sensazionalismo e falsi slogan. Soffiare sull’insicurezza e la paura, diffondere odio e cavalcare il disagio espone la nostra comunità a un progressivo indebolimento».
La paura è un sentimento legittimo, ha rilevato ancora il presidente del Senato, «cui la politica deve prestare ascolto e attenzione: i partiti, i movimenti e i loro leader devono riappropriarsi del compito di accompagnare i cittadini, ascoltandone gli umori senza subirli, e di mostrare loro una visione complessiva dei problemi».