L’Ordine degli avvocati di Ancona ha segnalato e chiesto rettifica per un articolo pubblicato su Il Quotidiano che riporta informazioni errate
“Atti infondati” è l’accusa che campeggia nell’articolo pubblicato su “Il Quotidiano” di Ancona il 13 gennaio 2017 in riferimento ai ricorsi presentati dagli avvocati per i richiedenti asilo, colpevoli, secondo la testata, di essere immotivati, appunto, infondati.
La reazione della categoria si è concretizzata nella segnalazione dell’Ordine degli avvocati di Ancona al Resto del Carlino, in difesa del ruolo dell’avvocatura e chiedendo una rettifica sulla testata.
Ma dal 13 gennaio ancora nessuna risposta né tantomeno una rettifica. L’avvocato Daniele Valeri, Asgi, ha ribadito come sia particolarmente grave, nell’articolo, il dare per scontato che «gli atti di opposizione in Tribunale siano automaticamente atti infondati. E soprattutto, che il gratuito patrocinio sia attribuito in maniera superficiale. È invece un diritto costituzionale a tutela dei soggetti meno abbienti, una conquista della civiltà». L’articolo 24 della Costituzione italiana garantisce infatti il diritto alla difesa e il gratuito patrocinio agli indigenti, non è un quindi articolo su misura per i richiedenti asilo.
Inoltre, per chiarire l’iter del gratuito patrocinio, Valeri sottolinea come, per averlo, «i richiedenti asilo debbono presentare domanda, che viene ammessa in via provvisoria. Si prosegue con il percorso in tribunale fino al giudice che può ritenere la richiesta non pertinente e in quel caso abbiamo lavorato a titolo gratuito, è chiaro quindi che abbiamo tutto l’interesse a valutare i casi con estrema attenzione».
“C’è chi si finge omosessuale”
È la frase che viene evidenziata nell’articolo su Il Quotidiano. È un pregiudizio che si avviluppa su sé stesso, inoltre «la normativa in tema diritto d’asilo comprende anche i diritti Lgbt e quindi anche la discriminazione sessuale – specifica Valeri – Fare un discorso di generalizzazione ed etichette è una semplificazione mendace».
Per avere il quadro completo è utile ribadire come al mondo vi siano 78 paesi che criminalizzano omosessualità e transessualità: fuggire da queste realtà è spesso l’unica opzione e tutt’altro che una finzione.
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