Un commento dell’Associazione Carta di Roma alla delibera dell’AGCOM pubblicata oggi sul contrasto all’hate speech e alla diffusione di espressioni discriminatorie
DELIBERA N. 25/19/CONS Consultazione pubblica sullo schema di regolamento recante disposizioni in materia di rispetto della dignità umana e del principio di non discriminazione e di contrasto all’hate speech.
L’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni pubblica oggi lo “Schema di regolamento recante disposizioni in materia di rispetto della dignità umana e del principio di non discriminazione e di contrasto all’hate speech”. L’Autorità, a seguito della crescente diffusione di espressioni discriminatorie e discorsi di odio, attraverso il “discorso pubblico che trova spazio nei servizi di media audio-visivi”, propone uno schema di regolamento che ha il merito di sistematizzare una materia così complessa e di fornire misure pratiche per tutelare il pubblico da contenuti di contenuti che istigano alla violenza o all’odio nei confronti di un gruppo o di un membro di un gruppo.
Da questo punto di vista di vista tre sono gli aspetti cruciali che lo schema di regolamento propone: i destinatari, i criteri per l’individuazione dei contenuti di odio e la scelta di un metodo partecipato.
L’Autorità individua tra i destinatari della delibera non sono solo i fornitori di media audiovisivi e radiofonici, quindi programmi in informazione e intrattenimento per intenderci, ma anche i fornitori di piattaforme per la condivisione di video, invitati nello specifico a fornire un rapporto trimestrale circa l’individuazione di contenuti di odio on-line.
Inoltre, punto essenziale per l’individuazione dei contenuti di istigazione all’odio è il criterio per definire cosa è hate speech e cosa non lo è. Da questo punto di vista, l’Autorità individua e raggruppa alcuni elementi, ripresi dalla letteratura internazionale, per la rilevazione delle discriminazioni. Elementi come il contesto in cui viene pronunciata l’espressione, il tono utilizzato, il ruolo del giornalista/conduttore, il bersaglio della discriminazione, la reiterazione o meno dell’espressione, l’uso di elementi grafici. Tutti fattori che facilitano un monitoraggio di contenuti espliciti, con un carattere dunque di oggettività e di ripetibilità.
Inoltre la scelta di invitare tutti i soggetti interessati a rivolgere osservazioni e suggerimenti all’Autorità stessa, segnala un modo di procedere incentrato sulla partecipazione e sulla condivisione delle competenze.
Infine, l’insistenza sulle buone pratiche che le emittenti e le piattaforme on line dovrebbero mettere in campo per la promozione di contenuti di inclusione sociale, di integrazione, di apertura alla diversità, dando voce diretta ai protagonisti, segnala la consapevolezza che la diffusione di una corretta informazione è il primo passo per il contrasto alla discriminazione sulla base del colore della pelle, del Paese di provenienza o dell’orientamento sessuale.